Non solo vittime, ma catastrofiche conseguenze economiche. Dopo lo choc dei prezzi delle materie prime, una nuova nube sul conflitto arriva dal rapporto del Fondo Monetario Internazionale. Secondo l’FMI, un allargamento della guerra in Ucraina sarebbe ancora più devastante per l’economia mondiale di quanto non sia già adesso.
Ucraina, allarme FMI: “Conseguenze molto serie su economia”
Le sanzioni annunciate contro la Banca Centrale della Federazione Russa limitano infatti il suo accesso alle riserve internazionali per sostenere il sistema monetario e finanziario. La contemporanea esclusione di un certo numero di istituti di credito dal sistema Swift ha interrotto in modo significativo la capacità della Russia di ricevere pagamenti per le esportazioni, pagare le importazioni e impegnarsi in transazioni finanziarie transfrontaliere.
L’Occidente ha deciso percorrere la via delle sanzioni con l’obiettivo di isolare il Paese di Vladimir Putin e innescare una recessione economica. Oggi Mosca in effetti è a rischio default ma i grandi cambiamenti economici si ripercuotono anche fuori dal territorio controllato dal Cremlino.
Sanzioni alla Russia, l’impatto sull’economia italiana
In Italia, la morsa intorno alle proprietà degli oligarchi russi ha fatto scattare i primi sequestri per un valore complessivo di 143 milioni di euro. Ma l’impatto sul nostro Paese si misura soprattutto con le importazioni da un lato e l’export dall’altro.
La chiusura dei porti sul Mar Nero ha fatto balzare ad esempio il prezzo del grano del 38,6% in una settimana dall’inizio della guerra. L’esportazione dei prodotti italiani in Russia vale invece 7,7 miliardi di euro e riguarda per lo più il settore della moda, quello dei macchinari meccanici, dei prodotti chimici ma anche i generi alimentari.
Capitolo a sé il turismo. I viaggiatori russi sono considerati infatti quelli con la maggior capacità di spesa oltre che primi per numero di presenze. Ora questa grande fetta di mercato rischia il collasso. Un danno notevole, in un Paese già fiaccato dalla pandemia e, adesso, dalle ricadute di una guerra a poco più 2 mila chilometri da casa.
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