Una fuga da un laboratorio costata milioni di vittime. Sulla nascita del virus Sars-Cov-2 aumentano le possibilità che il coronavirus sia stato creato in laboratorio e che poi un errore degli stessi tecnici ne abbia permesso la diffusione. Sebbene sin dall’inizio della pandemia alcuni politici, l’ex presidente statunitense Donald Trump in primis, fossero convinti dell’ipotesi di un patogeno sfuggito da una struttura piuttosto che di una mutazione casuale, adesso anche la scienza inizia a propendere per questa idea.
Sulla fuga da un centro di ricerca, nel caso specifico il Wuhan Institute of Virology, da registrare anche il parere del presidente dell’Agenzia italiana del Farmaco, Giorgio Palù: in una lunga intervista al Corriere della Sera, il numero uno di Aifa confida la scoperta di nuovi indizi che arriverebbero a confermare quanto solo finora si era solamente sospettato.
“Lo spillover con salto di specie animale-uomo potrebbe essere stato compiuto per cause accidentali da un virus del pipistrello sperimentalmente adattato a crescere in vitro”.
Anche perché, ribadisce il virologo, le probabilità di una mutazione casuale è una su un trilione.
Palù, “ipotizzabile manipolazione covid in laboratorio”
Per questo, secondo Palù, “si può ipotizzare una manipolazione effettuata per soli scopi di ricerca, non certo con intenzioni malevole. Non sarebbe la prima volta – prosegue il presidente dell’Aifa – che un virus scappa per sbaglio da un laboratorio ad alta sicurezza”.
Tutto parte, da un virus dei pipistrelli ferro di cavallo con un genoma identico, per il 97% a quello del Covid, ma con scarsissima capacità di infettare l’uomo. Secondo Giorgio Palù però bisogna ancora capire quindi come sia arrivato al passaggio di specie. In maniera naturale o artificiale? Per risolvere l’ultimo interrogativo, servirebbe l’aiuto delle silenti autorità cinesi.
Le parole di Palù arrivano a quasi un anno di distanza dal rapporto presentato dall’Organizzazione mondiale della sanità, e che vedeva quattro possibili ipotesi di trasmissione all’uomo del Sars-Cov-2: trasmissione diretta da una specie animale all’uomo; salto attraverso una specie intermedia (e in molti hanno ipotizzato che il pangolino avesse potuto avere un ruolo); diffusione lungo la catena alimentare dei surgelati; e l’errore di laboratorio durante la fase di sviluppo di un virus. Ancora oggi sono più gli interrogativi che le risposte sulla nascita della più grande epidemia da oltre cento anni.