Ucraina, aggiornamenti: dopo il secondo tentativo fallito di tregua, Vladimir Putin ha avuto due colloqui con il presidente turco Erdogan e con quello francese Macron.
Intanto, il suo omologo ucraino, Zelensky, è tornato a chiedere alla Nato la no-fly-zone sul territorio ucraino per fermare i bombardamenti aerei russi.

Ucraina, aggiornamenti. Putin: “Raggiungeremo i nostri obiettivi con il negoziato o con le operazioni militari”

La diplomazia internazionale si muove per favorire il cessate il fuoco e la ripresa delle negoziazioni tra Russia e Ucraina.
Mentre il primo ministro britannico Boris Johnson appronta il suo piano per fermare Putin “in sei mosse”, il presidente turco Erdogan ha avuto questa mattina un colloquio telefonico con Vladimir Putin. Secondo gli uffici di presidenza turchi, Erdogan ha evidenziato come il suo paese sia “pronto a compiere ogni genere di sforzo per risolvere la questione Ucraina il prima possibile e in termini pacifici”. Per far questo, ha proseguito il presidente turco, “è necessario garantire il cessate il fuoco, aprire i corridoi umanitari e firmare il trattato di pace”.
È stata poi la volta del presidente francese Emmanuel Macron, che ha avuto con Putin una conversazione di circa due ore. Al termine del colloquio, il presidente francese ha detto di aver trovato Putin “molto determinato” a perseguire i suoi obiettivi. Stando alle fonti del Cremlino, il presidente russo avrebbe dichiarato che l’unica condizione perché il dialogo tra Russia e Ucraina prosegua è che Kiev esaudisca le richieste russe, aggiungendo: “Se questi obiettivi non saranno raggiunti con il negoziato lo saranno con la guerra”.

Zelensky alla Nato: “Se non intervenite, ci uccidete lentamente”

La stessa determinazione è riscontrabile anche in Volodymyr Zelensky che, stando alle parole del vice capo dell’ufficio della presidenza, Andriy Sibiga, citato dall’agenza stampa ucraina Unian, vorrebbe portare avanti i negoziati direttamente con Putin.
Il presidente ucraino si è poi rivolto duramente nei confronti della Nato e dei leader occidentali, invocando nuovamente la no-fly-zone sui cieli dell’Ucraina per fermare i bombardamenti russi.
Una richiesta che significherebbe un coinvolgimento diretto della Nato nel conflitto e che, per questo motivo, l’Alleanza ha sempre respinto, provocando la dura reazione di Zelensky.

“Siamo persone ed è vostro dovere umanitario proteggerci, e potete farlo. Se non lo farete, se non ci darete nemmeno la possibilità di difenderci con la vostra aviazione, questo vorrà dire solo una cosa: che anche voi volete vederci morire lentamente.
Questa è la responsabilità della politica mondiale, dei leader occidentali, oggi e per sempre”.

Intervenendo poi in un video, Zelensky ha avvertito di un possibile, imminente, attacco russo a Odessa. “Se arriveranno razzi su Odessa, sarà un crimine di guerra”, ha dichiarato il presidente ucraino.

Evacuazione Mariupol: nuovo fallimento

Gli aggiornamenti dal fronte di guerra in Ucraina parlano, invece, dell’annuncio di una nuova tregua per permettere l‘evacuazione di civili dalle città assediate di Mariupol e di Volnovakha, dopo il fallimento del primo tentativo di cessate il fuoco. Anche questo secondo tentativo, tuttavia, è saltato, seguito immediatamente dallo scambio di accuse tra i due governi.
Anton Gerashchenko, consigliere del ministro dell’interno ucraino, ha scritto su telegram che “non ci possono essere ‘corridoi veri’, perché solo il cervello malato dei russi decide quando iniziare a sparare e a chi”.
Vladimir Putin, durante il colloquio con Emmanuel Macron, ha replicato che sono stati gli ucraini ad aver fatto fallire le operazioni di evacuazione, non rispettando gli accordi raggiunti.