Ucraina. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha partecipato alla messa nella Basilica di Santa Sofia a Roma.

Messa Santa Sofia

L’omelia di don Marco

“Oggi per noi ucraini non è un tempo normale, nonostante le nostre preghiere, stiamo vivendo un periodo molto difficile, il periodo della guerra, dell’invasione russa del nostro Paese. Una guerra inutile, ingiusta. Il popolo ucraino è un popolo pacifico e mai ha avanzato pretese da nessuno, per nessun metro quadrato di terra. Probabilmente la nostra unica ‘colpa’, davanti al governo russo, è quella di volere essere europei, ma l’Ucraina è un paese europeo, noi abbiamo fatto questa scelta, rispettando i diritti e la dignità umana”. Lo ha detto il rettore della Chiesa di Santa Sofia a Roma, don Marco Yaroslav Semehen, nel corso dell’omelia alla quale ha partecipato anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

Situata nel quartiere Boccea, la chiesa nazionale a Roma degli Ucraini, fa capo all’Esarcato Apostolico per i fedeli cattolici ucraini di rito bizantino residenti in Italia. L’Esarcato è stato eretto nel 2019 da Papa Francesco. Presso la Chiesa di Santa Sofia, come pure presso la Cattedrale nel quartiere Monti, sono in corso in questi giorni iniziative di preghiera e di solidarietà a favore del popolo ucraino. Oggi, prima domenica di Quaresima, che nel rito orientale è celebrata con particolare solennità ed è denominata “dell’Ortodossìa”, si tiene la Divina Liturgia (denominazione della celebrazione eucaristica nel rito bizantino) in lingua Ucraina, con la benedizione delle icone.

ucraina Sergio Mattarella Santa Sofia

Ucraina, la raccolta di beni continua a Santa Sofia

Il rettore della chiesa padre Marco Semehen, porta avanti da giorni un’iniziativa che lo vede in prima fila nella raccolta di beni di prima necessità da inviare ai suoi connazionali in Ucraina. Serve tutto per i civili ucraini, finiti sotto le bombe della Russia. Dalla pasta ai fiammiferi, dall’olio di oliva e di girasole in lattina al latte in polvere per i bambini, dal riso al caffè, dal the alla Nutella, fino alle barrette, al tonno in scatola, ai legumi e al cibo in scatola.

Senza dimenticare i farmaci anche aperti o in scadenza. Scorrendo la lista si leggono aspirina, tachipirina, ibuprofene, fermenti lattici, bende, bende elastiche, siringhe e cerotti. E poi garze, disinfettanti, disinfettanti per l’acqua, pannolini, assorbenti, teli antigelo, insulina, metformina e vitamine. ‘Come avete visto dalla tv- aggiunge padre Semehen- ci sono molti bombardamenti a Kiev e nel resto dell’Ucraina. Il  mio appello è per chiedere soprattutto medicine, garze, bende, le cose di prima necessità per curare i numerosi feriti. Abbiamo ricevuto, e riceviamo ogni giorno, tante richieste dagli ospedali, sia dal centro del paese che dalle parti occidentali. Stiamo raccogliendo anche cibo in scatola, oltre a sacchi e medicine’. ‘La raccolta-prosegue il rettore della chiesa di Santa Sofia – durerà fino a quando ci sarà necessità.