Guerra Ucraina i prezzi volano. Le ripercussioni economiche causate dalla grave instabilità politica internazionale preoccupano l’industria ed anche i consumatori. Gas, petrolio, ma anche prodotti alimentari a base di grano tenero, mais e soia.

Guerra Ucraina i prezzi di grano e mais

Con la guerra in Ucraina le quotazioni del grano sfiorano +40% e sono in arrivo aumenti dei prezzi per pane, pasta, crackers, biscotti e dolciumi che possono andare dal 15 al 30%. Andamento al rialzo confermato anche dai dati Ismea, e che sta interessando altre materie prime come mais e soia. L’associazione Assoutenti lancia l’allarme per le ricadute che questi aumenti avranno al dettaglio su una moltitudine di prodotti venduti in Italia.

“All’incremento delle quotazioni delle materie prime in atto si aggiungono i maggiori costi energetici in capo alle attività produttive causati del caro-bollette, e i costi di trasporto enormemente aumentati per effetto dell’escalation di benzina e gasolio – spiega il presidente Furio Truzzi – Tutti fattori che, sommati, influiranno nelle prossime settimane sui prezzi al dettaglio di numerosi prodotti venduti in Italia, dalla pasta al pane, passando per crackers, biscotti, dolciumi”. Secondo l’associazione di consumatori questo contesto potrebbe  incentivare speculazioni immediate. Dietro l’angolo il rischio che da subito vengano ritoccati a rialzo i listini dei beni venduti in Italia.

A rischio il settore del lusso e del turismo

Ulteriori aumenti dei prezzi dell’energia potrebbero potenzialmente avere un impatto sulla crescita del PIL dei paesi europei, minando tra le altre cose la fiducia dei consumatori locali di lusso.  Gli acquirenti russi pesano oggi sul mercato totale dei beni di lusso per circa il 2-3%, con un’incidenza simile anche sul segmento dei beni di lusso personali (accessori, abbigliamento, hardluxury e beauty). L‘impatto del conflitto sul mercato globale del lusso sarà legato principalmente alla sua durata e alle conseguenze economico-finanziarie.

“Sulla base degli elementi ad oggi disponibili  stimiamo innanzitutto un impatto più probabile, immediato e rilevante sulla spesa personale russa di lusso a livello locale, spinta dalla svalutazione della valuta locale e dalle restrizioni in atto. Anche la spesa russa all’estero (principalmente diretta verso l’Europa occidentale) sarà drasticamente ridotta finché sarà in vigore la chiusura dello spazio aereo europeo alle compagnie aeree civili russe”, spiega Claudia D’Arpizio, Senior Partner and Global Head of Fashion & Luxury Bain & Company. “Spostandoci al di fuori della Russia- prosegue Federica Levato, Partner Bain & Company e Leader Emea Fashion – Luxury Practice- prevediamo un potenziale impatto su Europa e Stati Uniti, nel caso in cui l’attuale crisi si intensificasse (e/o persistesse nel tempo) portando a conseguenze economiche e finanziarie più gravi. Tuttavia, questo scenario è ad oggi poco probabile e correlato alle modalità e alle tempistiche per la risoluzione della crisi. Estremamente difficile da prevedere oggi”.

L’Europa occidentale potrebbe anche assistere a una contrazione dei flussi turistici  se percepita meno sicura perché vicino al teatro dei conflitti.

“Se la crisi dovesse persistere, anche la stabilità finanziaria globale potrebbe essere colpita, con una maggiore volatilità delle borse. La fiducia dei consumatori americani  potrebbe potenzialmente contrarsi, incidendo sulla loro spesa per il lusso”, conclude D’Arpizio.