Violenza di genere. La pandemia di COVID-19 e le relative misure di contenimento hanno avuto un impatto notevole sulle donne di tutto il mondo. Molti paesi hanno riportato un aumento delle chiamate alle linee nazionali antiviolenza e un aumento dei rischi di violenza di genere. Nonostante ciò, a causa dell’avanzare del virus, durante i periodi di lockdown, i servizi di contrasto alla violenza sono stati costretti a chiudere. Ciò quindi, ne ha limitato i servizi e ha modificato le modalità operative di intervento.
Violenza di genere. I dati dell’Unicef
L’UNICEF a tale proposito ha studiato lo specifico impatto della pandemia sulla sicurezza e sul benessere delle donne rifugiate e migrate in Italia concentrandosi sulle vulnerabilità legate alle loro condizioni e al loro status migratorio.
Dal report si evince che la pandemia ha peggiorato le già precarie condizioni economiche e di benessere psicosociale delle donne che hanno trovato rifugio nella Penisola. Ad aumentare il senso di solitudine anche le misure di distanziamento percepito da chi può contare solo su limitate reti di supporto familiari e amicali.
“Le ragazze adolescenti come le madri hanno riferito un aumento dei livelli di stress. Status causato da una combinazione di fattori preesistenti e nuovi tra cui le misure di distanziamento sociale, l’interruzione delle opportunità di apprendimento e l’aumento delle responsabilità nella cura dei figli. Non da meno anche la riduzione delle risorse per provvedere alla famiglia a causa delle gravi difficoltà economiche”.
La pandemia ha creato molteplici vulnerabilità
Lo studio ha rivelato inoltre che le misure di contenimento combinate dall’impatto socio-economico derivato, hanno aumentato i rischi di violenza di genere. Questo accadeva sia negli spazi abitativi che negli spazi pubblici, aggravando le molteplici vulnerabilità preesistenti e creandone di nuove.
“La maggior parte delle partecipanti ha ritenuto che la pandemia abbia esacerbato i principali fattori scatenanti della violenza. Come la coesistenza forzata in spazi piccoli e/o sovraffollati, il sostegno sociale limitato, le difficoltà economiche e la precarietà lavorativa. Le ragazze adolescenti e le giovani donne sono state particolarmente esposte a episodi di molestie e discriminazione per strada”.
Raccomandazioni dell’UNICEF
Da questo studio sono emerse tre raccomandazioni chiave.
- Dare priorità allo sviluppo e l’attuazione di meccanismi di prevenzione e mitigazione della violenza di genere e promuovere l’empowerment di ragazze e donne rifugiate e migranti.
- Promuovere l’accesso inclusivo e sicuro ai servizi di contrasto alla violenza di genere per le ragazze e donne rifugiate e migranti, e rafforzare la capacità di questi servizi di rispondere ai loro bisogni specifici.
- Rafforzare la preparazione e la capacità di adattamento dei servizi di contrasto alla violenza di genere a livello locale e centrale per assicurare la tempestiva presa in carico in caso di crisi future.
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