La guerra delle sanzioni mira a mettere la Russia ed i suoi centri di potere economico-finanziari letteralmente in ginocchio. Se gli analisti parlano del 67% di possibilità di default economico per la madre patria di Vladimir Putin, non se la passano meglio gli oligarchi sovietici, veri e propri multimiliardari con interessi di ogni tipo ed in ogni parte del mondo, beni di lusso annessi e connessi.

Dalle ville da sogno che si estendono sulle rive del lago di Como, agli eleganti Resort tra le acque cristalline della Costa Smeralda, fino ai mega-yacht di lusso ormeggiati in Liguria: la Guardia di Finanza ha congelato questi ed altri beni agli oligarchi russi inseriti nella lista nera dell’Ue dopo l’invasione dell’Ucraina.

Guerra sanzioni: cosa comporta il congelamento

Il congelamento prevede il blocco preventivo della possibilità di utilizzare quel bene, senza escludere vendita, affitto o ipoteche. A disporre di tal provvedimento è il Comitato di sicurezza economico-finanziario che ha sede presso il ministero dell’Economia e delle finanze. In totale sono 680 gli oligarchi e funzionari russi finiti nel mirino delle sanzioni Ue.

Gli oligarchi colpiti

Alisher Usmanov, azionista di maggioranza di Metalloinvest ed ex direttore generale di Gazprom Invest, è uno degli oligarchi più colpiti dalle sanzioni su beni detenuti nel nostro Paese. Grande amico di Putin, Usmanov si è visto congelare una villa in Gallura da 17 milioni di euro e un mega yacht, il sesto più grande del mondo, “parcheggiato”, in questo caso, ad Amburgo.

Oleg Savchenko è il proprietario di Villa Lazzareschi a Capannori, in provincia di Lucca. Si tratta una tenuta seicentesca acquistata nel 2018 per tre milioni di euro. Sorge al culmine di un poggio a cui si accede da un viale alberato che conduce a un maestoso cancello settecentesco.

Sono tante le meraviglie congelate in questi giorni ai miliardari dell’est. Dalla Villa sul Lago di Como di Vladimir Roudolfovitch Soloviev, conduttore televisivo di 58enne molto vicino al Cremlino, allo Yacht Lena di Gennady Nikolayevich Timchenko, proprietario di Volga Group e amico trentennale di Putin. Il suo panfilo di 52 metri ha un valore di 50 milioni di euro ed è ormeggiato nel Portosole di Sanremo.

Un lavoro complesso quello dei finanzieri che stanno cercando di risalire ai veri titolari di decine di società intestate a prestanome ma che fanno capo a grandi imprenditori russi legati alla ristretta cerchia del presidente Putin.

Fuggono i grandi marchi

Le imprese spagnole Inditex (Zara, Bershka, Pull&Bear, ecc.) e Tendam (Cortefiel) hanno sospeso “temporaneamente” la loro attività in Russia a causa del conflitto con l’Ucraina. La decisione comprende l’attività di vendita frontale ma anche i canali e-commerce. In una dichiarazione inviata alla Comision Nacional del Mercado de Valores (CNMV) si legge che non si pul più “garantire la continuità delle operazioni nelle circostanze attuali”, segnate dall’invasione russa dell’Ucraina.

“La Russia rappresenta circa l’8,5% dell’ebit globale del gruppo”, hanno spiegato le stesse fonti, che hanno anche sottolineato che tutti i negozi operano in affitto, “quindi l’investimento non è rilevante da un punto di vista finanziario”.