Stretta della Russia sui social, stampa e negozi virtuali.

Cattive notizie per i cittadini in Russia. I principali social network, Facebook e Twitter sono stati bloccati e per i cittadini potrebbe significare cadere vittima della propaganda politica del Cremlino senza la possibilità di accedere alla libera consultazione delle notizie.

Stretta della Russia sui social, stampa e negozi virtuali

La censura è caduta anche sulle testate interne ma soprattutto oltre confine, siti oscurati e spine staccate su Meduza, Deutsche Welle, Bbc Russia, Radio Svoboda e Voice of America e l’elenco potrebbe presto proseguire.
Il motivo? Una supposta “discriminazione dei media russi”. «La decisione di bloccare l’accesso a Facebook è stata presa», ha annunciato Roskomnadzor su Telegram, precisando che da ottobre 2020 «sono stati registrati 26 casi di discriminazione contro i media russi e le risorse informative da parte di Facebook.

Nei giorni scorsi il social network ha limitato l’accesso agli account del canale televisivo Zvezda, l’agenzia di stampa Ria Novosti, Sputnik, Russia Today, Lenta.ru e Gazeta.ru».

La libertà di stampa in Russia

Già prima che il conflitto dilagasse, la nazione di Putin risultava tra i Paesi con minore libertà di stampa nel mondo: Nel 2021 la Russia si è classificata al 150º posto su 180 paesi nell’indice della libertà di stampa di Reporters Without Borders. Secondo Freedom House, soprattutto a causa delle nuove leggi introdotte nel 2014 che hanno ulteriormente esteso il controllo statale sui mass media.
La situazione è ancora peggiore in Crimea dove, dopo l’annessione della Russia, sia la giurisdizione russa che i mezzi extra-giudiziali sono stati applicati di routine per limitare la libertà di espressione.

Non solo la stampa

Ma pare che la stampa non sia l’unica sotto la scure della censura, anche l’App Store di Apple e il Play Store di Google, come riporta il Der Spiegel Mathieu von Rohr, sono cadute nel mirino del cremlino, insieme a negozi virtuali per smartphone, computer e tablet.
La palla quindi resta adesso in mano alla controcensura e alle capacità di organizzazioni come Anonymous, che prosegue da giorni la battaglia per l’informazione, di cercare nuove strategie per rendere quanto più impossibile l’imbavagliamento delle opinioni e della libertà.