Sembrerebbe essere stato anticipato il terzo incontro fra Russia e Ucraina per trovare un modo per porre definitivamente fine alla guerra nel Paese. L’idea iniziale di un meeting all’inizio della prossima settimana, il weekend invece potrebbe portare di nuovo le parti al tavolo. Il tutto mentre l’esercito del Cremlino, e la enorme colonna di veicoli lunga 60 km è a soli 20 chilometri dalla capitale Kiev. Dove le sirene antiaereo continuano a suonare, squarciando la notte ucraina.
Bombe su Kiev, duemila morti a Kharkiv
Il giorno dopo l’assedio alla centrale nucleare di Zaporižžja, la più grande dell’Ucraina (e dell’Europa) e la quinta al mondo continua lo scambio di accuse fra i due fronti, con la Russia che respinge le accuse di aver voluto causare un incidente nucleare, come spiega il portavoce del ministero della Difesa russo, Igor Konashenkov:
“C’è stata una provocazione creata ad arte dal regime di Kiev con l’obiettivo di accusare la Russia di causare un incidente nucleare”.
Nel frattempo però la popolazione di Kiev torna a sentire le sirene, e viene invitata, dal canale ufficiale Telegram della città, a recarsi nei rifugi. Le altre città non se la passano molto meglio: secondo Sergey Chernov, presidente del Consiglio regionale di Kharkiv, nella città sarebbero morte duemila persone. Almeno cento di questi sarebbero bambini. Altre cento persone invece sarebbero sotto le macerie nella città di Borodyanka, devastata dai bombardamenti russi. Le forze di Mosca intanto avrebbero conquistato la città di Mykolayiv, fra la già conquistata città di Kherson e Odessa.
Nel weekend l’incontro Russia-Ucraina: un mediatore internazionale?
La novità, dopo due incontri, potrebbe essere la presenza di una terza figura al tavolo per cercare di placare le tensioni. A presentare questa ipotesi è il consigliere del Presidente Zelensky, Mykhailo Podolyak:
“Non abbiamo alcuna fiducia nella Federazione russa, quindi abbiamo bisogno di un mediatore internazionale responsabile”.
Vladimir Putin dal canto suo, nel corso di una telefonata con il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha ribadito che l’unico modo per mantenere in piedi una sorta di dialogo fra i due Stati è che vengano accettate le condizioni proposte da Mosca. A riferire il contenuto della telefonata è stato il Cremlino, che ha anche elencato le varie richieste: “smilitarizzazione” dell’Ucraina e la sua “denazificazione”, con annesso status neutrale e non nucleare di Kiev. I desiderata di Mosca comprendono inoltre anche il riconoscimento della Crimea quale territorio appartenente alla Federazione Russa, e che sia esercitata la sovranità entro i confini amministrativi delle regioni separatiste di Luhansk e Donetsk.