Lucio Dalla ha lasciato un vuoto incolmabile nella musica e nella memoria collettiva: il tempo è niente per un fuoriclasse. Lucio Dalla viene celebrato nel giorno della nascita e della morte, tutti gli anni, è un nome e un faro del passato e del futuro della canzone italiana. Cantautore e poeta allo stesso tempo. I testi delle sue canzoni possono anche essere soltanto letti, senza musica, per travolgere: è tutto qui il peso dell’assenza di un fuoriclasse, è un’assenza che si fa presenza al solo ricordo.
Lucio Dalla e il capolavoro Caruso
Caruso, capolavoro di fama internazionale, è un inno alla vera affettività oltre l’amore: “Te voglio bene assaje/ Ma tanto tanto bene sai è una catena ormai/ Che scioglie il sangue dint’ ‘e ‘vvene sai.” Il termine utilizzato, sinonimo d’amore e bene, la scelta è pure legata all’espressione di un’affettività più alta, destinata all’eternità, a non cambiare mai. E’ una canzone che sembra sia stata scritta in dieci minuti è una dichiarazione d’amore per una donna. La location è la suite Caruso dell’Hotel Excelsior Vittoria di Sorrento, così raccontata: “Qui dove il mare luccica e tira forte il vento/ Su una vecchia terrazza/ Davanti al golfo di Surriento/ Un uomo abbraccia una ragazza/ Dopo che aveva pianto/ Poi si schiarisce la voce/ E ricomincia il canto/”.
Il ricordo di Ron, “Era semplice e matto”
Lucio Dalla cantore degli ultimi, talento naturale, sperimentatore di lungo corso, avrebbe compiuto 79 anni oggi, ha lasciato la vita terrena dieci anni fa e sembra essere passata una vita! Definito semplice e matto da Ron, nel ricordo condiviso nelle ultime ore, matto come chi è contento di quello che fa e quello che ha. Era importante dentro, racconta all’ANSA. Ognuno, in cuor suo, ha un personale palinsesto musicale e di ricordi del compositore di Bologna: qual è il tuo?