L’ Ucraina e la Russia, sono divise anche in cucina: con la zuppa borsch

La “borsch” è una zuppa a base di cavolo e barbabietola diffusa in ucraina, Russia e altri paesi dell’Europa orientale. La ricetta di questo piatto molto popolare è di origine ucraina e varia a seconda della regione, degli ingredienti stagionali e delle tradizioni.

Da qualche tempo però, anche la Russia ha iniziato a parlarne come un suo piatto tipico. Questo ha aggiunto tensione tra i due paesi, che sono come sappiamo in una situazione politica molto delicata.

Per dimostrare che il borsch fa parte della tradizione dell’Ucraina, e rivendicarne l’origine, una ong ucraina ha anche cercato di farlo riconoscere come patrimonio culturale dell’Umanità unesco.

Oltre che in Ucraina e in Russia, il borsch si mangia anche in Bielorussia, Moldavia, Polonia e nei paesi baltici.

Il piatto prende il nome dal panace, borschevik, una pianta erbacea originaria del Caucaso, e ha alcuni ingredienti che sono comuni a tutte le ricette come patate, cavolo, cipolla, carote e barbabietola.

Nel borsch troviamo anche fagioli o diversi tipi di carne in base al luogo e alle preferenze.

Possiamo trovare carne di maiale, pollo o manzo, ma anche anatra, bisonte o cervo.

Solitamente il borsch ha un caratteristico colore viola o rosso e si consuma con la panna acida, ma in primavera si trova anche la versione verde, fatta con le erbe di stagione.

borsch

Il borsch in Ucraina e in Russia

In Ucraina è un piatto che ha diverse varietà e molto gettonato ai matrimoni e ai funerali. In Russia invece è diventato famoso soltanto alla fine del Settecento e per farlo si utilizzano i crauti anziché il cavolo fresco.

Sebbene il borsch sembrerebbe un piatto di origine ucraina anche in alcuni libri di cucina pubblicati nell’epoca sovietica, è però rivendicato come un piatto russo.

Questo perché per estensione, tutto ciò che era originario dei territori dell’Unione Sovietica veniva considerato tipico della Russia.

Dell’origine del borsch si è cominciato a discutere da quando il governo russo lo ha definito uno dei piatti più famosi e amati della Russia.

Alcuni storici russi avevano dichiarato che derivasse da un altro piatto a base di erbe e pane raffermo che si mangiava nel Medioevo.

Come ha anche spiegato a BCC l’analista politico di origine bielorussa, Alex Kokcharov, la cosa aveva infastidito molto gli ucraini perché definire il borsch un piatto russo era stato considerato:

“l’ennesimo tentativo di appropriazione culturale da parte di Mosca» nei confronti dell’Ucraina”.

Per dimostrare che il borsch è un piatto della tradizione culturale del suo paese, circa un anno fa lo chef ucraino Ievgen Klopotenko ha fondato una ong assieme a una decina di storici, etnografi ed esperti di cucina provenienti da tutte le regioni dell’Ucraina e anche dalla Crimea.

La ong ha raccolto prove e documenti per dimostrare che il borsch ha avuto origine e fa parte del patrimonio culturale dell’Ucraina.

Tra le altre cose, Klopotenko ha ottenuto anche il sostegno del ministero della Cultura e del parlamento del paese per richiedere all’UNESCO che la ricetta del borsch ucraino venga inserita tra i piatti “patrimonio intangibile dell’Umanità”.