In queste ore s’è molto parlato del corso su Dostoevskij ma non per la sua altissima arte narrativa. L’iniziale censura di un corso presso l’Università di Milano Bicocca di Milano e la successiva riabilitazione non sono passate inosservate. Ora questa triste storia di culture cancel arriva all’epilogo: il docente Paolo Nori rinuncia a presenziare. La decisione viene comunicata in modo “moderno” e cioè attraverso un post pubblicato in serata su Facebook dopo che l’ateneo era tornato sui suoi passi, seppur con poca grazia. La ragione ufficiale dello stop, infatti, era stata liquidata con la presunta volontà di “ristrutturare il corso e ampliare il messaggio per aprire la mente degli studenti. Aggiungendo a Dostoevskij alcuni autori ucraini”. Il vaso era colmo e queste parole sono state la goccia di troppo.
La fine del corso su Dostoevskij
Paolo Nori ha così chiuso la possibilità di insegnare alla Bicocca l’autore russo:
L’intervista
Pensare che una censura a tutta la cultura russa possa servire ad aiutare l’Europa in guerra è folle per tutta la comunità accademica. Lo ribadisce lo stesso scrittore e docente in una chiacchierata con La Stampa:
“Ci stiamo dimenticando che in Russia ci sono persone così e non dobbiamo farlo. Io voglio ribadire il mio amore per la Russia oggi più che mai. Nella risposta ho scritto: “Sono senza parole”. Quasi non volevo raccontarlo.”
Partendo dal corso su Dostoevskij Nori dice la sua sulla situazione politica:
“Non ho la preparazione, né l’intelligenza, né so se è giusto mettere sanzioni. Ma so che le persone devono comportarsi per bene con le altre persone. Anche se sono russe, anzi oggi a maggior ragione se sono russe o ucraine. Chi non ha fatto nulla di male merita il nostro rispetto. Questo fotografo russo che non abbiamo voluto era contro la guerra, è stato arrestato per questo, cosa ha fatto di male? Sono esseri umani anche i russi. Non avrei mai pensato di dover dire una frase del genere.”