Sanzioni economiche pesanti ma anche atti simbolici, come quello che sta avvenendo in diversi bar e pub statunitensi. Qui per protesta contro l’invasione russa dell’Ucraina anche i cocktail cambiano nome. In molti bar americani il “Moscow Mule” è diventato il “Kiev Mule”, in onore della città simbolo della resistenza ucraina.
Da Moscow a Kiev Mule, la protesta alcolica degli Stati Uniti
In molti bar americani il celebre cocktail a base vodka, ginger beer e succo di lime, è diventato il “Kiev Mule” o il “Snake Island Mule”, in riferimento all’isola ucraina. Il cambio di nomi si allinea con la spinta a boicottare i prodotti russi, in primis la vodka. Il distillato è infatti uno dei principali componenti di moltissimi drink ma è anche uno dei prodotti più esportati da Mosca in tutto il resto del mondo. Una mossa che, secondo gli osservatori, non avrà poi un impatto forte sull’economia russa ma ha un valore fortemente simbolico perché punta a infliggere un duro colpo alla loro identità. La Caipiroska si trasforma in Caipi Island e i cocktail White Russian e Black Russian diventano White Ukrainian e Black Ukrainian.
Nonostante ciò, il boicottaggio va avanti con diversi atti concreti che vanno oltre il “Moscow Mule”. Alcuni governatori, dall’Ohio al Maine, ad esempio, hanno imposto oppure chiesto ai propri commercianti di eliminare dagli scaffali i prodotti russi. La Total Wine and More, società che gestisce più di 200 negozi in 27 stati americani, in tal senso, ha annunciato lunedì scorso di avere accettato l’invito, rimuovendo dall’offerta tutti i prodotti di tale fabbricazione.
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