Dopo un inizio a base di strette di mano, si conclude con un accordo per un temporaneo cessate il fuoco il secondo giorno di negoziati fra Russia e Ucraina, tenutisi nella città di Brest, ancora una volta in Bielorussia. Ad annunciarlo è stato il capo negoziatore ucraino Mykhailo Podoliak dopo che gli schieramenti hanno concordato di vedersi per una terza volta la prossima settimana. Colloqui che per l’Ucraina non hanno portato a sostanziali cambiamenti, mentre per Mosca si sono fatti “progressi significativi”.
In Ucraina si contano i morti
Stando a fonti di Kiev, sono saliti a 33 i civili morti dopo l’attacco alla città di Chernihiv, nel nord dell’Ucraina. Le informazioni inziali parlavano di 9 decessi, causati da diverse esplosioni in una zona particolarmente ricca di scuole, asili e un ospedale. Nella notte sono tornati a suonare gli allarmi antiaerei a Kiev mentre scontri fra fazioni sono stati registrati vicino alla centrale nucleare di Zaporizhzhia. Da parte russa invece è stata confermata l’uccisione del generale Andrei Sukhovetsky.
Soldati morti, Putin annuncia risarcimenti per le famiglie
Il Presidente russo Vladimir Putin, in un discorso alla Nazione in cui ha elogiato i suoi soldati (“Siamo orgogliosi del nostro esercito e ci ricorderemo dei nostro camerati caduti“, ndr), ha confermato e garantito che per le famiglie dei caduti il governo di Mosca provvederà a dei risarcimenti: secondo alcune fonti, i parenti dei deceduti in questa “operazione speciale in Ucraina” otterranno circa 70mila euro. La metà per i feriti. Lo stesso Putin, che non usa mai il termine “guerra” ha anche spiegato il suo punto di vista su questo conflitto:
“I militari russi stanno combattendo per la pace, per non avere un’anti-Russia creata dall’Occidente che ci minaccia, anche con armi nucleari”. “Nessuno può essere una minaccia per la Russia“.
Putin poi ribadisce:
“Non ritornerò mai indietro rispetto alla mia dichiarazione che Russia e Ucraina sono un unico popolo”.
Si moltiplicano le proteste contro la guerra in Ucraina
In tutto il mondo, ma anche in Russia. Una gremita piazza si è ritrovata a San Pietroburgo, dove le forze dell’ordine hanno arrestato diversi manifestanti. Fra di loro anche l’80enne Yelena Osipova, nota attivista sopravvissuta all’assedio nazista di Leningrado: i nazisti assediarono la città fra il settembre del 1941 e il gennaio del 1944. Insieme a lei sarebbero state arrestate altre 350 persone.