Su tutto il distretto del Po persiste una situazione di “severa siccità” con portate inferiori del 40% rispetto alla media del periodo nelle sezioni del “grande fiume” e fino al 60% in meno negli affluenti. È l’allarme lanciato dall’osservatorio permanente sulle crisi idriche che si è riunito oggi nella sede dell’Autorità distrettuale di bacino di Parma.
Portata del fiume Po, “estrema siccità”
A febbraio le piogge sono cadute “in modo scarso e disomogeneo e non hanno apportato ristoro e miglioramenti sostanziali”, mentre le temperature medie hanno registrato aumenti fino a 3 gradi. Un dato che caratterizza questo come un inverno del tutto anomalo e il secondo più caldo degli ulti 40 anni. Per l’Emilia-Romagna in particolare è l’inverno più secco degli ultimi 9 anni, con precipitazioni ridotte di circa il 60%. Le cumulate di pioggia sono abbondantemente sotto la media del periodo 2006-2020 e prossime ai valori minimi. Tra le conseguenze più pericolose le pianure aride e le aree di montagna a potenziale rischio incendi.
Anche il contributo generalmente offerto dalla neve si è dimostrato assai risicato su tutti i rilievi alpini azzerando o quasi tutte le scorte disponibili. L’entità del manto nevoso su tutto l’arco Alpino è prossima ai minimi. Il totale dell’acqua così immagazzinata è del 70% inferiore rispetto alla media stagionale. Un dato, secondo l’Osservatorio, destinato a peggiorare perché l’avanzare della stagione primaverile impedisce una “ricarica” della risorsa.
Berselli (autorità bacino Po): “Intervenire subito”
Da qui l’appello del segretario dell’autorità di bacino distrettuale del fiume Po Meuccio Berselli, che lancia una serie di proposte “operative” da attuare quanto prima.
“Invasi dove serve, riuso delle acque depurate, maggiore disponibilità nell’attuare il principio di sussidiarietà tra territori superando intelligentemente i localismi e i confini amministrativi e attuazione delle migliori tecniche dell’agricoltura di precisione. Si tratta – aggiunge Berselli – di step progressivi di una comune tabella di marcia senza la quale la situazione è destinata a peggiorare notevolmente procurando ripercussioni ambientali ed economiche”.
Leggi anche: Cambiamenti climatici. L’IPCC avverte: in pericolo le future generazioni