Riforma del catasto: Caos politico, con timori di una degenerazione della crisi

A minare il cammino del Governo è la riforma fiscale, o meglio la parte relativa alla riforma del catasto (articolo 6).

Tramite la sottosegretaria all’Economia Maria Cecilia Guerra, il premier Mario Draghi fa sapere che senza l’approvazione della riforma sugli immobili “si ritiene conclusa l’esperienza di governo”.

 

Riforma del catasto, maggioranza in crisi sulla Delega fiscale: il nodo

Nel documento destinato a rivoluzionare il Fisco italiano attraverso modifiche sostanziali a imposte dirette e indirette, ridisegnando Irpef e Irap, è contenuta anche la revisione dei criteri di mappatura degli immobili del Paese.

Il centrodestra vorrebbe stralciare l’articolo 6 della delega fiscale, cancellando dunque la norma che prevede un nuovo modello di rilevazioni catastale degli edifici del Paese, centrale nell’agenda dell’esecutivo anche per la realizzazione del Pnrr e l’ottenimento dei rispettivi fondi dall’Ue.

Leghisti contrari

Il punto contestato dalla Lega è quello che riguarda l’attualizzazione delle rendite ai valori di mercato.

Da qui la ferma richiesta dello stralcio dell’intero articolo.

Per i capigruppo del Carroccio:

“Minacciare la crisi di governo qualora non si approvasse così com’è la riforma del catasto è da irresponsabili”.

Il fronte del centrodestra si è rapidamente sfaldato: i centristi hanno ritirato le firme, mentre Forza Italia si è fatta carico di cercare una mediazione per evitare lo scontro con il governo.

Il tentativo di accordo che stanno promuovendo prevede una sorta di rassicurazione che la mappatura degli immobili non venga usata per determinare nuove tasse.

Mappatura che, peraltro, non sarà disponibile (come dice il testo) prima del 2026.

Persino il M5s si precipita a dare appoggio al tentativo di mediazione di Fi, appellandosi alla responsabilità di tutti.