Natura. Giornata internazionale della natura selvatica. Istituita il 3 marzo 1973  la UN World Wildlife day è stata istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite per celebrare e far conoscere gli animali e le piante selvatiche del mondo nel giorno in cui commemorare la firma della Convenzione sul commercio internazionale delle specie di flora e fauna selvatiche minacciate di estinzione.

In Italia la tutela dell’ambiente è entrata nella Costituzione. Un nuovo comma si è aggiunto all’art. 9. La Repubblica “Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali”. Questo dovrebbe essere un incentivo ad intervenire con sempre più convinzione contro la perdita di specie ed habitat. Sul banco dell’accusa in primis ci sono le attività umane e l’antropizzazione.

Natura da salvare, il report di Legambiente

Stambecco, aquila reale, orso marsicano, lupo, camoscio appenninico, scarpetta di Venere e gatto selvatico. Sono loro quest’anno i magnifici sette al centro del report di Legambiente dal titolo “Natura Selvatica a rischio in Italia” in cui l’associazione ambientalista fa il punto sulla biodiversità della nostra Penisola rendendo omaggio, con un focus ad hoc, ad alcune specie presenti nel Parco nazionale del Gran Paradiso (PNGP) e nel Parco d’Abruzzo, Lazio e Molise (PNALM), le due aree protette più antiche della Penisola e che festeggiano cento anni di storia. Alcune delle sette specie analizzate sono comuni ad entrambi i parchi. L’aquila reale, il lupo e la scarpetta di Venere. Altre invece sono caratteristiche di una particolare area, come nel caso dell’orso bruno marsicano e del camoscio appenninico. Tutte costituiscono comunque esempi di specie prioritarie da tutelare. In alcuni casi fortemente minacciate le specie si ergono a simbolo delle attività di conservazione della natura. In qualche modo diventano ambasciatrici di territori di incomparabile bellezza ed importanza.

Per ogni specie l’associazione ha realizzato una carta d’identità, con info sulla specie, sulle minacce, sugli scenari futuri e le azioni da mettere in campo. Prima fra tutte è fondamentale incrementare entro il 2030 le aree protette e le zone di tutela integrale e prevedere una strategia e azioni di adattamento e di mitigazione al cambiamento climatico per la biodiversità a rischio.