Duro, schietto, forte. Emmanuel Macron sceglie la linea della fermezza per parlare ai francesi: nel suo discorso alla Nazione, l’Eliseo non usa mezzi termini e accusa frontalmente Vladimir Putin di volere una guerra e di non essere l’aggredita ma l’aggressore. Un discorso di circa un quarto d’ora, per ribadire la condanna alla guerra in Ucraina, la vicinanza al popolo ucraino e al suo Presidente Volodymyr Zelensky, ma anche per ribadire come la possibilità del dialogo rimarrà sul tavolo il più a lungo possibile. Il tutto, con la bandiera ucraina in bella mostra insieme al tricolore francese e alla bandiera dell’Unione Europea.
Macron: “Putin ha scelto da solo la guerra”
Parole dure, quelle del Capo di Stato francese, secondo cui non c’è nessuna contrapposizione tale da giustificare la condotta del Cremlino. Omaggia poi il popolo ucraino e il loro presidente Volodymyr Zelensky, “alla testa del suo popolo con il volto dell’onore, della libertà del coraggio”. Ricorda poi che “questa guerra non è un conflitto fra Nato e occidente da una parte e la Russia dall’altra”. Conferma inoltre, sempre Macron, che la Francia “non è in guerra contro la Russia”, ma il presidente francese ribadisce comunque di non dimenticare quanto fatto dai russi nella seconda guerra mondiale, “che si è tanto sacrificato durante la seconda guerra mondiale, per salvare l’Europa dall’abisso”. Ogni giorno che passerà, secondo Macron, andrà sempre peggio: “I prossimi giorni per l’Ucraina saranno ancora più duri”. Duro è anche il tono che il Presidente Macron usa contro la Russia: “La Russia è l’aggressore, non l’attaccata“, respingendo l’idea di “una guerra contro il nazismo” che il Cremlino ha infarcito con una “lettura revisionista della storia d’Europa”. Il presidente francese poi spiega il suo impegno nel nome del dialogo: “Ho scelto di rimanere in contatto con il presidente Putin per cercare instancabilmente di convincerlo a rinunciare alle armi – spiega il Capo di Stato transalpino – se resto sempre in contatto con Zelensky (che ieri ha tenuto un discorso in collegamento con l’Europarlamento), lo stesso ho intenzione di fare con Putin per evitare che il conflitto si allarghi”. Ora, la parola passa alla diplomazia, nella speranza che il secondo round di trattative in Bielorussia sia proficuo e spenga le fiamme del conflitto.