Terminato il secondo giorno di sciopero dei medici indetto dalle sigle sindacali SMI e SIMET. L’intento principale è stato quello di porre l’accento sulle problematiche della categoria sanitaria e soprattutto dei medici di base in questi due anni di covid-19. Davanti al Ministero della Salute a Roma le categorie interessate si sono riunite per far sentire la propria voce al Ministro della Salute Roberto Speranza. A parlare il presidente Nazionale della SMI Ludovico Abbaticchio.
Il punto sul lavoro dei medici di base sul territorio
In questa pandemia, abbiamo curato più del 94% dei malati covid. L’apporto del personale medico è stato fondamentale oltre ad aver sostenuto le famiglie di persone ammalate sul piano psicologico. Abbiamo svolto un lavoro che andava oltre alla funzione clinica, un lavoro sociale e di servizio a mani nude. In questo momento statisticamente un medico di famiglia è in contatto con 800 cittadini quindi in questo momento probabilmente centinaia di migliaia di cittadini italiani sanno perché stiamo scioperando. La motivazione è perché conoscono come nome e cognome e nel quotidiano del nostro lavoro e quindi rappresentiamo una garanzia per lo stato, siamo la garanzia del servizio sanitario pubblico.
Il presidente si è anche espresso sull’apporto del PNRR sul comparto dei medici di base
Il tema principale a livello economico in questi mesi è stato il PNRR. Le case della salute, l’edilizia sanitaria pubblica sono delle scelte ottime di intervento ma con quali soldi e quali finanziamenti il governo progetterà il lavoro integrativo della medicina del territorio in favore della collettività. Vorremo sapere in quale maniera si andranno a vincolare i bilanci delle aziende sanitarie. In conclusione come nei comuni si andrà a creare l’integrazione socio sanitario al servizio della cittadinanza più povera ed ammalata.
La motivazione dei due giorni di sciopero dei medici di base
I carichi di lavoro insostenibili e la mancanza di tutele hanno portato il comparto sanitario ad incrociare le braccia in questa due giorni davanti al Ministero della Salute. Tutele concrete quali ferie, maternità, e malattia, nonché politiche serie sulle pari opportunità. Non ultimo il mancato indennizzo alle famiglie dei colleghi deceduti per Covid. Uno schiaffo, da parte dello Stato, come si legge in una nota, soprattutto agli orfani di quei medici.