La FA Cup è così. I valori sulla carta prima di attestarsi sul campo devono superare numerosi test fatti di trasferte, ambizioni altrui, gare della vita e tradizioni. L’ultima grande a farne esperienza è stato il Tottenham, eliminato ai supplementari dal Middlesbrough dopo esser rimasto inchiodato sullo 0-0 per tutti e novanta i minuti regolamentari.

FA Cup, un impegno da non sottovalutare

Che l’eliminazione degli Spurs sia arrivata per mano del piccolo Boro (ottavo in Championship, la serie B inglese) stupisce fino a un certo punto: non è la prima né sarà l’ultima. Gli anni londinesi al Chelsea di Antonio Conte hanno lui suggerito di non trascurare l’impegno mandando n campo la miglior squadra possibile. Tuttavia non è bastato per superare il turno e ritrovarsi con due obiettivi ancora da inseguire quando ormai manca meno di un terzo di stagione alla fine dei giochi.

Per questo una riflessione appare necessaria. Per capire cosa possa essersi inceppato in una relazione – quella tra Conte e il suo nuovo ambiente – che era partita sotto i migliori auspici e che ora vede entrambe le parti chidersi cosa si sia sbagliato e se sia ancora il caso di proseguire insieme.

Per gli Spurs non è bastato lo shock Conte

Non c’è ambiente dove abbia lavorato che non abbia giovato fin da subito del suo arrivo. E’ un dato che conosce bene chi intende affidarsi al tecnico salentino per raddrizzare le sorti del proprio club. Eppure, in questa sua seconda esperienza inglese, qualcosa deve essere andato storto. Il materiale a disposizione non è certo scadente (gli Spurs nel 2019 raggiunsero la finale di Champions League), innesti nuovi e cari si sono aggregati al gruppo rispecchiando la volontà del tecnico, soddisfatta ancora una volta dall’operato di Fabio Paratici.

Le tre sconfitte rimediate negli ultimi cinque turni di campionato sono state un campanello d’allarme registrato dallo stesso Conte con dichiarazioni tese a mettere in discussione il suo stesso operato, e tuttavia non precludono ancora una rimonta al quarto posto distante cinque punti che gli Spurs potrebbero colmare con le due partite che devono ancora giocare per livellarsi con le altre rivali.

Un problema più profondo

La stampa britannica, dapprima sedotta da Conte, stavolta pare aver aperto gli occhi sullo squilibrio esistente tra l’ingaggio percepito dal tecnico e i risultati raggiunti in questa seconda parte di stagione. Non è stato compreso il motivo del suo sfogo, giunto per di più al termine di un mercato invernale che sembrava aver aderito alle sue richieste. La differenza, il fattore Conte, stavolta non si è innescato.

E la sconfitta patita in FA Cup contro il piccolo Middlesbrough ha evidenziato ancor di più il peso e la differenza di cui ci si può far artefici anche disponendo di uomini di minor lignaggio e risorse più limitate. Ad un generale bravo, io ne preferisco uno fortunato, amava ripetere Napoleone Bonaparte. Oggi sia la fortuna che il tocco sembrano aver abbandonato Antonio Conte.