Ursula Von Der Leyen accelera sui prossimi passi energetici dell’Unione europea. Proprio domani il collegio dei commissari europei esaminerà “un pacchetto di misure” per varare lo European Chips Act, un provvedimento che mira ad aumentare la quota di mercato globale dell’Ue nei semiconduttori, caduta dopo anni di deindustrializzazione al 10%. L’obiettivo è arrivare entro il 2030 al 20% a livello mondiale entro il 2030. Lo annuncia il portavoce capo della Commissione Europea Eric Mamer, durante il briefing con la stampa a Bruxelles. Il collegio si tiene di martedì, anziché di mercoledì come accade di solito, perché Ursula von der Leyen deve recarsi prima in Marocco e poi in Senegal, in vista del summit Ue-Unione Africana della settimana prossima.

Oggi l’Ue è quasi completamente dipendente dai fornitori asiatici, in particolare da Taiwan, per i microchip, che sono strategici nell’industria: il commissario all’Industria Thierry Breton, ricordando che l’Europa conserva un primato nella ricerca in questo campo ma che ha lasciato migrare la produzione in Oriente, ha spiegato che, se dovessero cessare le esportazioni di microchip da Taiwan in caso di problemi “geopolitici” (cioè un’invasione da parte della Cina, che considera l’isola una provincia ribelle), tre settimane dopo si fermerebbero le fabbriche in Europa, e non solo quelle dell’automotive che già oggi hanno grossi problemi ad approvvigionarsi di microchip.

La spinta sull’European Chips Act

La presidente Ursula von der Leyen aveva già annunciato il tutto in occasione del World Economic Forum on line. In questo contesto la Commissione avrebbe presentato “all’inizio di febbraio” una legge europea sui semiconduttori. Ha inoltre affermato che l’Europa “semplicemente non può permettersi” l’attuale pesante dipendenza da fornitori extra Ue. La domanda di semiconduttori, prodotti “fondamentali”, ha detto in quell’occasione, sta “salendo alle stelle. Non c’è digitale senza microchip. Il fabbisogno di microchip dell’Europa raddoppierà nel prossimo decennio: per questo dobbiamo rapidamente” sviluppare la produzione europea di questa “tecnologia chiave”.