Lucio Dalla e la Pallacanestro 10 anni senza quel mare così profondo

Scrittore di testi di grande livello. Compositore. Artigiano degli strumenti di cui era un raffinato esecutore. Geniale, negli intercalare che hanno attirato la curiosità anche di chi lo imitava.

Restano nella storia della televisione le sue primissime apparizioni, in bianco e nero, come la sua amata Pallacanestro Virtus Bologna. E quelle successive, con diverse generazioni di conduttori. In parecchi d’accordo, sul talento assoluto, di questo alchimista di significati letterari e orecchiabili motivi e motivetti. Ma anche, non contenibili nell’arco di un limitato periodo, di opere importanti, di rilievo, sotto parecchi punti di osservazione.

Lucio Dalla e la Pallacanestro 10 anni senza quel mare così profondo

Lucio Dalla se ne è andato, almeno sul piano fisico, 10 anni fa. Il 1° di marzo del 2012. Sono già passati due lustri, direbbe lui, grande giocoliere dei vocaboli e delle parole.

E 10 anni sembrerebbero volati via. Ma in realtà non è stato così. Perché ad andarsene con qualche anno di anticipo, sulla preventivata vecchiaia, sarebbero stati ulteriori esponenti, di un certo calibro. Vedi Pino Daniele o, da pochissimo, Franco Battiato. E allora pensi alla forza della musica e degli scritti, di quanto sappiano superare, le barriere del tempo.

L’Amore per la sua città, l’amore per la Pallacanestro

Innamorato della sua Bologna. E della Pallacanestro, che in terra emiliana è una religione, se solo pensiamo alla denominazione che ha, la “Dotta” Bologna. Basket City.

Memorabile, la sua immagine vicino ad Augusto “Gus” Binelli. Un gigante e uno dalla dubbia altezza. Per la serie “Gli opposti si attraggono”. Lui, Lucio, che è stato uno dei tifosi più costanti, delle “V nere”. Come per Jack Nicholson sono i Los Angeles Lakers.

Pure Lucio Dalla, come il popolarissimo attore statunitense, faceva il suo abbonamento alle partite casalinghe della Virtus Bologna. La Pallacanestro come passione e come strumento di diffusione, d’accordo. Ma anche per passare un paio d’ore ad ammirare un altro tipo di arte. Sportiva, atletica, strategica, tecnica, perché no? Ed è stato un rapporto capace di consolidarsi, con il trascorrere degli anni. Alla pari delle frequentazione di quei locali fatti di sana e buona cucina, con i colleghi cantautori. Quante volte? Tante, come quelle delle partite di Pallacanestro.

Da “Anna e Marco” a “Balla balla Ballerino”, da “Caruso”, un capolavoro degno di uno scudetto vinto in trasferta in gara-3, a “Futura”, meravigliosa opera tra lo scritto e quindi il cantato, e la melodia. I duetti con Francesco De Gregori e le canzoni riprese, con una ammirata frequenza, da Ron.

Tanto, ha voluto dire, Lucio Dalla, nel panorama, prima e dopo “Banana Republic”. Anche in tempi recenti, quando era tornato, il bolognese, a esibirsi, con il Principe, il romano De Gregori. E le genti amanti della MUSICA, quella di livello, avevano dimostrato un immenso apprezzamento.

I pensieri per Lucio

Bologna ha dedicato un museo, al suo grande esponente: e questa cosa è gradita sia da quelli che fanno parte del mondo della Musica che a quelli che lo hanno visto spesso, alle partite di Pallacanestro. A testimoniare di come la città sia stata e sia rimasta umana, nei confronti di chi ne ha esportato l’immagine.

Per chi va a visitare Bologna e i suoi monumenti, l’omaggio a questo magico fromboliere, a uno più basso di un playmaker canonico, ma innamorato di uno sport da giganti, lo va a offrire, a dare. Per restituire quanto di spontaneo e di schietto Lucio ha saputo dare, sia nel commentare le vicende quotidiane sia quelle sportive. E ha vissuto in più periodi, il ritorno al successo, della Virtus Bologna. Tanto in campionato quanto, ai tempi di Ettore Messina, in Coppa dei Campioni, già nominata Eurolega.

Un impatto incisivo con il tempo, sulla Musica

Quando è stato raccontato l’impatto che ebbe la critica con “Come è profondo il mare”, con un testo così particolare, ma altrettanto spesso, abbiamo compreso, in tanti, che il cammino di artista, per lui, non è stato così semplice, così facile, come vorrebbero liquidare, nei giudizi, i critici contemporanei. Magari i testi e le canzoni di Lucio Dalla arrivano con un momento di ritardo. Ma arrivano. Toccano le corde dei sentimenti e dei ragionamenti, insieme. Cosa non riservata a tanti. Di certo non a tutti.

Per arrivare ai suoi livelli puoi organizzare tutti i contest e i concorsi internazionali, tanti talent show. Ma Lucio Dalla è stato, è ancora, attuale. E, soprattutto, di un altro pianeta.

Come è profondo il mare. Aveva, ha ragione, lui. Un immenso esponente, capace di incuriosire l’Italia come i paesi lontani. La lungimiranza è una cosa che supera gli spazi. Quelli del pentagramma. Quelli della mente.

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