Torniamo indietro di qualche anno. E’ la stagione 2018/2019, il Genoa di Preziosi porta in Italia un attaccante polacco dal Cracovia. Il suo identikit risponde al nome di Krzysztof Piatek. 21 presenze e 12 gol con la maglia del Genoa fino a gennaio e un’esultanza che presto gli da il soprannome di Pistolero. Pum, Pum, Pum. Piatek disputa una prima parte di stagione esaltante con la maglia del Grifone e nel mercato invernale il Milan lo porta a Milanello. Il ragazzo è giovane, ha appena 23 anni, ma l’impatto con la grande squadra non lo spaventa anzi. Qualche minuto di ambientamento col Napoli, poi diventa una macchina da guerra pronta a sparare. Doppietta al Napoli in Coppa Italia, Roma, Cagliari, doppietta all’Atalanta e gol all’Empoli. Tutte in fila le prime 7 reti in rossonero: PUM, PUM, PUM. Il finale di stagione non sarà esaltante, così come i primi mesi del campionato successivo e il Pistolero nel gennaio del 2019 dirà nuovamente addio all’Italia: direzione Germania, direzione Herta Berlino.

Il ritorno in Italia

Il Bel Paese è rimasto sempre nel cuore di Piatek, che non si fa scappare la prima occasione per ritornarci: questa volta sponda Fiorentina. E l’inizio è quello che tutti avrebbero voluto. Gol al Napoli e doppietta all’Atalanta in Coppa Italia, Spezia e nuovamente Atalanta. Il Pistolero torna a sparare e prova a far sognare la Champions League alla Viola. Oggi la sua intervista al Corriere dello Sport, alla vigilia dell’andata della semifinale di Coppa Italia contro la Juventus. “Spero di restare per i prossimi anni, anche se ora sono in prestito. Voglio dimostrare il mio valore per meritarmi la conferma, mia moglie Paulina ha anche ripreso i libri di italiano. L’amore per l’Italia, quello di un Piatek pronto a lottare per grandi obiettivi: “Adesso prendiamoci la finale e poi, conquistiamo l’Europa in campionato”.

Vlahovic e la Juventus

Nel corso dell’intervista, l’attaccante della Fiorentina Piatek, ha parlato anche del suo predecessore in maglia Viola: “Dusan è un grande attaccante. Io mi sono allenato tre settimane con lui, fermarlo è difficile ma saremo pronti. La sua eredità? La pressione è normale nel nostro mestiere, soprattutto per gli attaccanti che devono fare gol. Io voglio dimostrare a tutti quanto valgo, anche fuori dall’area di rigore. Tutto ciò per me non è un peso, ma uno stimolo per fare bene”. Chiusura dedicata alla Juve e all’andata della semifinale di Coppa Italia: “Siamo ancora arrabbiati per come è andata sabato. Ecco perché vogliamo fare bene contro la Juventus, sappiamo quanto conta per i tifosi e la città questa partita. La Juventus è una grande squadra e per vincere servirà concentrazione assoluta. Hanno 25 campioni con grande qualità. Siamo carichi, faremo la storia per noi, per i tifosi e per Firenze”.