Lucio Dalla. Dieci anni senza una voce nuova ma con l’eredità di una canzone

Futura, un “caro amico”, la sua Stella di mare e i pazzi sprasolati simbolo della fantasia e ancora non si sa di “Quale allegria”. E sullo sfondo Bologna, quella di ieri e quella di oggi. Sono passati dieci anni dalla morte di Lucio Dalla il 1 marzo del 2012, tre giorni prima di compiere 69 anni.

«I russi, i russi, gli americani
No lacrime, non fermarti fino a domani
Sarà stato forse un tuono
Non mi meraviglio
È una notte di fuoco
Dove sono le tue mani?»

Giornate furibonde in cui se si scende  nelle piazze non è per andare a vedere una sera dolce che si potrebbe bere, ma per chiedere dove sono le mani degli europei e del mondo strette intorno a un conflitto difficile da arginare.

 

Lucio Dalla. Dieci anni senza una voce nuova

Sono passati dieci anni senza una voce nuova ma in eredità canzoni  fondamentali per riconoscersi ciascuno, che raccolgono come fa la canzone d’autore, sin dall’immediato dopoguerra, l’immaginario storiografico di una nazione e divenute oggi pagine che segnano il profilo del contemporaneo e che con identico trasporto studiano la ragazzina e il magistrato assieme al Professore e all’operaio.

In questo giorno ci si immerge nell’equivoco di cui Lucio avrebbe potuto dire in una canzone, quello della sua nascita, il quattro marzo e quello della sua morte il primo dello stesso mese, e ascoltare insieme, come a Bologna, come per le strade tra la gente un uomo e il suo cuore benedetto.