E’ durata poco la favola del mondo del tennis. Mondo in precario equilibro tra la solidarietà manifestata dai suoi protagonisti – ucraini e russi – nei confronti degli accadimenti di questi giorni e il silenzio con sui i suoi vertici stanno invece assistendo all’evolversi degli eventi in attesa di prendere posizione. Il fatto che le donne abbiano giocato a San Pietroburgo a inizio febbraio e che per gli uomini solo in autunno inoltrato, complice la Kremlin Cup, la questione si presenterà in tutta la sua complessità poco aiuta di fronte all’eco ottenuta dal cambio della guardia in vetta al vertice del ranking ATP, intestato per la prima volta negli ultimi 14 anni a un giocatore estraneo ai Fab Four e per di più russo.
Elina Svitolina, una lettera per spezzare l’empasse
Si credeva che il tennis fosse un’oasi felice se paragonato alle altre istituzioni – CIO e FIFA in testa – che proprio in queste ore hanno deciso di estromettere la Russia e i suoi i suoi atleti da ogni tipo di competizione, mettendone a tacere l’inno e impedendo alla sua bandiera di sventolare.
Invece a spezzare l’incantesimo ci hanno pensato le giocatrici ucraine, guidate da Elina Svitolina, che in una lettera hanno dapprima espresso tutta la loro “sorpresa e insoddisfazione per la mancanza di risposte circa la situazione della nostra Patria”, per poi concludere allineandosi alla decisione del CIO e chiedendo quindi di proibire “al team nazionale russo di vestire i colori della Federazione”. Una dichiarazione unita che ha come scopo quello di dare un’accelerata a un processo decisionale che appare a ora ancora in stallo.
Dopo la lettera, l’affondo via social
Uno stallo che poi la stessa Svitolina ha deciso di forzare ulteriormente, questa volta usando i suoi profili social, dichiarandosi pronta a non scendere in campo “domani a Monterrey né in alcun altro match contro tenniste russe o bielorusse, finché le nostre organizzazioni non avranno preso questa necessaria decisione”. Svitolina “non dà la colpa a nessun atleta russo, loro non sono responsabili dell’invasione della nostra madrepatria” e “rende onore a tutti i giocatori, specialmente quelli russi e bielorussi, che coraggiosamente hanno espresso la propria posizione contro la guerra”. Tuttavia il monito è ormai lanciato. La sua avversaria domani a Monterrey sarà proprio la russa Anastasija Potapova e in caso di forfait stavolta la palla tornerebbe nella metà campo delle istituzioni per una decisione non più rinviabile e il cui esito è molto più importante di quello di una singola partita.
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— Elina Monfils (@ElinaSvitolina) February 28, 2022