L’8 marzo e la storia della donna. Le origini di questa festa riconducono a una questione anzitutto politica e sociale, oltre che economica, che coinvolge direttamente il genere femminile.

L’8 marzo e la storia della donna: un festa soprattutto politica e sociale

In un’epoca e un secolo dove le riflessioni in merito al gender gap, alle equiparazioni salariali e sociali e alle forme di violenza contro le donne, è bene ricordare quanto la giornata a queste dedicata si inserisce effettivamente sulla questione rivendicazione dei diritti delle donne, primo tra tutte quello al voto.
Quando si parla di 8 marzo si fa spesso riferimento impropriamente a una tragedia che risale al 1908 e che coinvolgerebbe da vicino le operaie dell’industria tessile Cotton di New York, colpite da un incendio e uccise all’interno della fabbrica presso la quale lavoravano. Ma l’incendio del 1908 viene erroneamente confuso con quello in cui si registrarono 146 vittime, fra cui moltissime donne, verificatosi tre anni dopo nella stessa città.

Perché l’8 marzo?

Nel corso della storia però, si sono alternati a ridosso di questa data moltissime rivendicazioni politiche da parte delle donne di inizio Novecento. L’8 marzo divenne la data più diffusa per riunire questa celebrazione in vari Paesi del mondo soltanto in seguito alla conferenza interanzionale delle donne comuniste tenutasi nel 1921 e alla decisione di istituire la giornata internazionale dell’operaia.

Sensibilizzazione e impegno sociale

Oggi più che mai, dunque, le celebrazioni in occasione di questa festa dovrebbero poter tracciare una continuità storica ideale con i tanti avvenimenti che nel corso dei secoli si sono alternati sulla sensibilizzazione dell’opinione pubblica proprio sui probelmi che riguardano il sesso femminile e accogliere comunque dietro un gesto colorato di giallo mimosa il simbolo di una lotta iniziata nel secolo scorso e ancora doverosamente in corso.