Il 26 febbraio 2022 è una data che Christian Eriksen non dimenticherà mai. Ben 259 giorni dopo l’ultima volta, il danese è tornato in campo, dando il via al secondo tempo della sua vita da calciatore. Il centrocampista è tornato a giocare in Brentford-Newcastle, accompagnato da una lunga standing ovation che ha chiuso il capito più brutto per lui. Sono passati quasi nove mesi da quel 12 giugno 2021, quando il giocatore venne colpito da un arresto cardiaco durante Danimarca-Finlandia, match valido per Euro 2020.

Eriksen venne dichiarato fuori pericolo dopo attimi di terrore, ma per lui iniziò una nuova vita visto che gli venne impiantato un defibrillatore sottocutaneo. Un piccolo dispositivo non consentito in Italia dal protocollo del Cosic (Comitato organizzativo cardiologico per l’idoneità sportiva) del 2017 per gli atleti impegnati negli sport da contatto. Così Eriksen, dopo la rescissione con l’Inter, è ripartito dal Brentford e ieri si è chiuso un cerchio.

 

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È il 52° minuto quando Thomas Frank decide di buttare Eriksen nella mischia richiamando in panchina Mathias Jensen, giocatore che, scherzo del destino, prese il suo posto in quel Danimarca-Finlandia. E poco conta se il risultato non ha sorriso al Brentford (0-2 in inferiorità numerica), per Eriksen il ritorno in campo è già una vittoria.

“Tornare è una sensazione bellissima”

Chiaramente il risultato non è stato buono, però sono felice – spiega il danese al termine del match – Tornare qui, dopo tutto quello che ho passato insieme alla mia famiglia, è una sensazione bellissima. Sono contento che sia successo. L’accoglienza dei tifosi è stata speciale, sin da quando sono tornato è stata emozionante per me. Il pubblico era felice, mi ha aiutato tanto e tornare sul campo per me è stato speciale“.

Eriksen ha svelato anche la parole pronunciate dall’allenatore, Thomas Frank, prima del suo ingresso in campo: “Non mi ha detto molto. Abbiamo parlato tanto nelle ultime settimane, sapevo bene quel che dovevo fare in campo. Sono entrato, mi ha augurato buona fortuna e mi ha detto di godermi la partita. Non si poteva prevedere come sarebbe andata la partita, il fatto che siamo rimasti in 10 ha cambiato la situazione. È stata una bella lotta, ma alla fine è andata male”.