Accadde oggi, 27 febbraio 1933: il Reichstag in fiamme. Si trattò di un incendio doloso al Palazzo del Reichstag di Berlino: sede del Parlamento del Reich. L’evento è considerato cruciale per l’affermazione del nazionalsocialismo in Germania, visto che il rogo fu appiccato dai nazisti per poi dare la colpa ai comunisti e metterli fuori legge.
Accadde oggi, 27 febbraio 1933: il Reichstag in fiamme
Alle 21.14 del 27 febbraio di 89 anni fa, una stazione dei pompieri di Berlino ricevette l’allarme che il Palazzo del Reichstag stava bruciando. L’incendio sembrò essersi originato in diversi punti. Quando sul posto arrivarono polizia e vigili del fuoco, una grossa esplosione aveva mandato in fiamme l’aula dei deputati. Gli inquirenti giunti sul posto trovarono Marinus Van der Lubbe, mezzo nudo, che si nascondeva dietro l’edificio.
Gli arresti e i processi
Adolf Hitler, che il 30 gennaio precedente era diventato cancelliere della Germania, arrivò sul posto poco dopo insieme a Herman Goering. Quando gli venne mostrato Van der Lubbe, noto agitatore comunista, Goering dichiarò immediatamente che il fuoco era stato appiccato dai comunisti e fece così arrestare i capi del partito. Inoltre, furono arrestati e processati i comunisti bulgari Georgi Dimitrov, Blagoj Popov e Vasil Tanev.
I vantaggi per il Fuhrer
Hitler si avvantaggiò della situazione per dichiarare lo stato d’emergenza e incoraggiare il vecchio Presidente Paul von Hindenburg a firmare il “Decreto dell’incendio del Reichstag”, che di fatto aboliva la maggior parte dei diritti civili sanciti dalla costituzione del 1919 della Repubblica di Weimar. Secondo la polizia, Van der Lubbe ammise di aver appiccato il fuoco per protestare contro il sempre maggiore potere dei nazionalsocialisti. Poi, sotto tortura, il comunista olandese confessò ulteriori dettagli e venne portato in giudizio con i leader del Partito Comunista all’opposizione.
Considerazioni storiche sul rogo del Reichstag
Gli storici comunque concordano sul fatto che Van der Lubbe, talvolta descritto come mezzo matto e provocatore, fu in qualche modo coinvolto nell’incendio del Reichstag. Tuttavia, alla luce dell’estensione del danno, era molto improbabile che avesse agito da solo, qualora fosse stato realmente coinvolto. Considerando la velocità con cui il fuoco avvolse l’edificio, è quasi certo che una sola persona non avrebbe potuto appiccare un incendio così grande e letale. Gli stessi storici però sono d’accordo nel ritenere che la gerarchia nazista fosse coinvolta nel rogo al fine di ottenerne un guadagno politico. Cioè, per arrivare al successivo “Decreto dei pieni poteri” che trasformò Hitler nel sanguinario fuhrer del Terzo Reich (nella foto: il Reichstag distrutto dalla bombe Alleate nel 1945).
La storia su Radio Cusano Campus e Cusano Italia TV. “La Storia Oscura”, dal lunedì al venerdì on air sulla radio dell’Università Niccolò Cusano dalle 20 alle 21.30. “A Spasso nel Tempo”, in onda sul canale 264 del digitale terrestre alle 23.00 del martedi.