BARCELLONA – È tempo di test in vista della stagione 2022 e c’è un tema che sta destando molta attenzione (e nel contempo preoccupazione) nell’intero mondo della Formula 1: il “porpoising”.
Ai microfoni di Motorsport si è espresso Mattia Binotto, ingegnere e direttore sportivo della Scuderia Ferrari:
“Penso che la maggior parte di noi abbia almeno sottovalutato il problema e ora siamo in fase di apprendimento. La soluzione è teoricamente semplice, ottimizzando le prestazioni cercando di evitare il rimbalzo della monoposto. Ma all’atto pratico potrebbe risultare essere un esercizio meno facile di quanto si creda. Sono abbastanza sicuro che a un certo punto la squadra arriverà alla soluzione, ma non sappiamo ancora quanto tempo sarà necessario. E chi ci arriverà prima credo che potrà contare su un vantaggio non da poco all’inizio della stagione.”
Formula 1: cos’è il “porpoising”?
Nuovo per i più, in realtà il termine non è nuovo nel mondo della F1: già negli anni Ottanta, con le prime wing-car, si era iniziato a parlare di questo tema.
Con il termine “porpoising” ci si riferisce al movimento oscillatorio che si nota in rettilineo.
Tutte le scuderie stanno lavorando a questo problema: a osservare il fenomeno legato alle nuove monoposto a effetto suolo, sembra quasi che le ruote “rimbalzino” a terra. Nella fattispecie, si tratta di una perdita improvvisa di carico aerodinamico che porta a effetti oscillatori e perdita di prestazioni.
Per lavorare alla risoluzione del problema non è sufficiente la galleria del vento: sono necessari, infatti, numerosi test su pista che permettono di poter osservare meglio il fenomeno e trovare soluzioni in grado di ridurlo.