Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ha votato una risoluzione che deplora l’invasione russa dell’Ucraina. Sulla dichiarazione Onu la Russia pone il veto e la Cina si astiene. Si tratta di un colpo messo a segno dalla diplomazia occidentale che è riuscita a spingere Pechino a non allinearsi con la Russia. Già qualche giorno fa si registrava la posizione della Cina, che non aveva offerto assistenza militare a Vladimir Putin. Ora, in questo scenario, si inserisce anche la risoluzione Onu che invoca Mosca e chiede di fermare le operazioni militari. A seguito dello scrutinio si registrano undici voti a favore, tre Paesi si sono astenuti (Cina, India ed Emirati Arabi Uniti) e uno ha votato contro, la Russia. Poiché la Russia ha il potere di veto, la risoluzione non è passata.
Gli Stati Uniti hanno convinto la Cina mettendo mano alle parole del testo. La risoluzione riafferma la sovranità dell’Ucraina e chiede alla Russia di “cessare immediatamente l’uso della forza” contro il Paese. Ma la parola ‘condanna’ è stata sostituita da ‘deplora’. In passato qualcuno avrebbe detto “Le parole sono importanti”. Dopo tanto dibattito il tema avanza con qualche cancellazione sul tema. Si registra anche la cancellazione di un riferimento al capitolo 7 della Carta delle Nazioni Unite. Questa parte consente ai membri di intraprendere un’azione militare per ristabilire la pace.
La risoluzione Onu e i rapporti tra Russia e Cina
L’ambasciatore Usa alle Nazioni Unite, Linda Thomas-Greenfield, ha comunque definito l’azione russa “così audace è così sfacciata che minaccia il nostro sistema internazionale come lo conosciamo”. E poi ha aggiunto: “Lasciatemi chiarire una cosa. La Russia può porre il veto a questa risoluzione, ma non può porre il veto alle nostre voci, non puo’ porre il veto alla verità, non può porre il veto ai nostri principi, non può porre il veto al popolo ucraino“. La Russia, che al momento ha la presidenza di turno del Consiglio di Sicurezza, probabilmente dovrà sostenere un voto simile anche di fronte l’Assemblea generale dell’Onu, formata da tutti i 193 Paesi membri. Poiché in quel caso non avrà il potere di veto, è probabile che dinanzi all’Assemblea la risoluzione passi con ampio margine. Accadde anche nel 2014, in quel caso per il voto di condanna per l’annessione della Crimea. Anche in quel caso Mosca pose il veto in Consiglio di Sicurezza: 13 Paesi votarono la condanna e la Cina si astenne.