Il cantautorato in Italia non è mai morto, anzi sta meglio di prima. Perché quella precipua vena espressiva non è destinata ad esaurirsi ma semmai, come l’elettricità in natura, a trasformarsi. Ne è fulgido esempio Giulio Wilson, che mutua il suo nome d’arte dal nonno e che sposa canzoni d’autore e vino con grande eleganza come dimostra il suo esordio “buono come il Lambrusco“. Ora si appresta a lanciare un tour con gli Inti-Illimani e a raccontare alla nazione del suo singolo con Roy Paci. L’artista ne ha parlato a “Bagheera – Manuale di sopravvivenza dalla giungla quotidiana” condotto su radio Cusano Campus da Misa Urbano e il cantautore Bussoletti.

Sul duetto con Roy Paci

“Ci siamo conosciuti in un’occasione importante: entrambi eravamo premiati da Amnesty e dividevamo il palco per ritirare la targa. Chiacchierando di musica, da cosa è nata cosa e ci è sembrato naturale e bello far sfociare quell’incontro in una canzone a cui tengo molto e che ironicamente, ma anche simbolicamente, si chiama “Finale all’italiana”.”

Sul tour con gli Inti-Illimani

“Ho conosciuto i ragazzi quando ero in visita a Santiago del Cile. Ovviamente li conoscevo molto bene musicalmente ma il lato umano è stato una scoperta. E così mi sono impegnato ad organizzare concerti da noi con loro. Al momento le date del tour italiano degli Inti-Illimani sono queste: il 13 marzo a Salsomaggiore Terme al Teatro Nuovo, il 14 a Firenze al Tuscany Hall, il 15 a Bologna al Teatro Duse, il 17 a Roma all’Auditorium Parco della Musica e, infine, il 18 a Carpi al Teatro Comunale.”

Su come il vino gli ha salvato la vita

“Io sono anche un enologo e questo mi ha salvato la vita. Non tanto perché bevo per scrivere… semmai preferisco bere dopo aver scritto. E’ che tutti noi abbiamo tante facce diverse e io, oltre alla musica, ho da sempre la passione del vino. Durante il primo lungo lockdown sono andato a vendere porta a porta il mio vino e questo mi ha sottratto dalla depressione. Ho fatto felici tante persone e sono stato un po’ più felice anche io”

Sugli esempi del passato

“Non sono di certo il primo cantautore che parallelamente fa un altro lavoro. Enzo Jannacci faceva il medico e con ottimi risultati e Roberto Vecchioni era un professore al liceo. Io sono quello che produce musica e vino buono.”

Ecco il video di “Finale all’italiana” di Giulio Wilson: