La recensione di What If è obbligatoria anche a distanza di settimane dalla sua uscita. Non accenna, infatti, ad affievolirsi la discussione pubblica su questa serie tv s disponibile su Disney Plus in 9 episodi di circa un’ora l’uno. Lo spunto di A.C. Bradley è di raccontare storie parallele a quelle già note nell’universo Marvel. Domande tipo “e se Tony Stark fosse stato salvato in Afghanistan?”, “Se Steve Rogers non fosse riuscito ad iniettarsi il siero per diventare Capitan America?” o “Se gli Avengers fossero morti prima ancora di unirsi?”. Aria nuova per chi “frequenta” da tempo i supereroi ma anche un territorio del tutto vergine per i neofiti.
What If recensione di un successo
Lo spunto narrativo di What If è forte ma lo stile lo è ancor di più. Come scrive la velonosa blogger Biancaneve sulla Tana del cobra:
“Si passa, senza colpo ferire, dallo splatter degli zombie alla psichedelia del Dottor Strange per arrivare all’humor un po’ becero del Thor festaiolo. Il filo conduttore è il testone calvo dell’Osservatore che guida lo spettatore in questo Multiverso dove tutto è possibile. La sua calda voce, alquanto piaciona, tesse una ragnatela invisibile che nessuno nota fino all’ultimo episodio dove, per magia, tutto quel che appariva sconnesso si collega. La mosca intrappolata siamo noi ma non dispiace a nessuno.”
L’animazione
In un approccio a What F recensione, non piò amcare un’analisi della tecnica d’animazione usata. La serie è realizzata in cel-shading, che è uno stile non fotorealistico di visualizzazione di modelli 3d:
“Di base fa apparire tutto come se fosse disegnato a mano, con spessi bordi neri a simulare un segno tradizionale e colorazione a tinte unite. La tecnica la conosciamo da quei videogiochi che hanno provato ad imitare lo stile grafico dei fumetti o dei cartoni animati tradizionali ma il risultato su un lungometraggio è tutt’altra cosa, va oltre l’esperienza che abbiamo fatto fino ad ora.”
La vera forza di questo titolo sta tutta nello strizzare l’occhio ai giovanissmi ma anche ai quarantenni. l’episodio del Doctor Strange di what If è il più riuscito e, nona caso, attinge a mani basse da Dungeons & Dragons, Jim Morrison e il video-game da sala giochi Double Dragon. Si parla già di una seconda stagione dove saranno coinvolti maggiormente i personaggi della Fase 4, da Shang Chi a Black Widow fino agli Eterni. Non resta che attendere.
Ecco un assaggio: