Dalla Vezzali a Panatta, si scatena ancora il caso Djokovic. Non si tratta più ormai degli Australian Open, torneo che ha consegnato a Rafael Nadal il 21esimo successo Slam, ma degli Internazionali d’Italia in programma dal prossimo 2 maggio.
Ancora una volta è il caso Djokovic al centro dell’attenzione degli organizzatori per la possibilità o meno di accogliere il giocatore serbo, numero 1 del ranking ATP, tra i partecipanti al torneo sulla terra rossa di Roma.

 

Djokovic a Roma? Le parole della Vezzali

Ad aprire le danze è stata Valentina Vezzali, oro olimpico e attuale sottosegretario allo Sport del Governo Draghi: “Per lui come per tutte le persone che sono in Italia valgono le normative che sono in vigore nel nostro Paese. Chiunque voglia giocare a tennis in maniera individuale può farlo” – ha spiegato la campionessa. Il problema sorge “solo” per l’accesso a tutti gli altri servizi: albergo, ristoranti, spogliatoi, mezzi pubblici infatti rimangono, senza se e senza ma, ad uso esclusivo di coloro che possiedono il Green Pass rafforzato, ottenibile mediante vaccinazione o guarigione dal Covid-19.

 

Adriano Panatta: “O si vaccina o farebbe meglio a starsene a casa”

Se la posizione della Vezzali lascia intravedere una minima apertura verso la possibilità di avere Nole a Roma, Adriano Panatta, ex tennista e vincitore del torneo nel 1976, attacca duramente il serbo, definendo inaccettabile la sua eventuale presenza.

“Le mie opinioni personali su Djokovic non cambiano e lo ribadisco anche adesso.” – ha dichiarato l’ex campione di tennis – “Per me o si vaccina o farebbe meglio a starsene a casa. A decidere ovviamente non sono io, ma il regolamento del torneo che deve attenersi a quelle che sono le leggi, i decreti italiani. Se la legge lo consente allora può giocare”.