Sono settimane drammatiche per la popolazione ucraina, che potrebbe essere invasa dalle forze militari russe da un momento all’altro. Ore in cui la diplomazia prova a creare varchi e spiragli di pace per evitare un conflitto che, da Kiev, si propagherà probabilmente su un territorio più vasto di quello ucraino, già martoriato da guerre, annessioni, separatismi, autoproclamate Repubbliche indipendenti. E mentre dal Donbass arrivano 950mila richieste per ottenere la cittadinanza russa, e i militari invitano sia all’evacuazione di massa, sia la popolazione alla mobilitazione generale, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky chiede di incontrare Putin e un cronoprogramma chiaro per l’entrata dell’Ucraina nella Nato.
Ucraina, Michel mostra i muscoli
Il Presidente del Consiglio Europeo Charles Michel già nella mattinata di oggi è tornato a redarguire la Russia per cercare di salvaguardare l’Ucraina. Per Michel infatti la Russia con le sue mosse non ha fatto altro che rafforzare la coesione all’intero della Nato, oltreché dell’Europa: “La nostra unità è stata cementata”, afferma rilanciando poi un messaggio verso Mosca che non lascia spazio a fraintendimenti. “Se ci sarà aggressione militare, risponderemo con sanzioni che saranno gravi e saranno anche un costo per l’Europa”. La pazienza ha un limite: “Gli Alleati occidentali – tuona Michel – non possono continuare ad offrire per sempre ramoscelli d’ulivo mentre la Russia conduce test missilistici e ammassa le truppe lungo il confine con l’Ucraina”.
La Cia ci riprova: “Possibile attacco in Ucraina per oggi”
L’intelligence americana rilancia un nuovo allarme per la giornata di oggi: la Cia ha infatti ribadito il pericolo per la giornata di oggi. Una domenica 20 febbraio che potrebbe essere il giorno dell’attacco, vista anche la conclusione dei Giochi Olimpici in Cina. Una guerra durante la manifestazione iridata avrebbe potuto distogliere l’attenzione (e l’audience) dalle olimpiadi. Va però detto che la stessa Cia aveva affermato, lo scorso weekend, che Putin avrebbe attaccato l’Ucraina nella giornata di mercoledì 16 febbraio, senza però centrare la previsione. E scatenando anche qualche sberleffo da parte russa, come “gli americani hanno detto a che ora attaccheremo?“.
Dal Regno Unito: “Putin ha dato il via libera all’invasione”
A riportare la notizia è il Sunday Times, che evidenzia come il piano per l’invasione ucraina sarebbe addirittura già cominciato e che la Federazione Russa avrebbe studiato una guerra lampo per arrivare direttamente a Kiev in pochissimo tempo. Addirittura, secondo il premier britannico Boris Johnson “la Russia si sta preparando alla più grande guerra a partire dal 1945”. Mosca avrebbe, secondo fonti occidentali, dispiegato fino a 190.000 soldati ai confini del territorio di Kiev.
La strategia di Putin: dimostrare il fallimento della democrazia
Addirittura l’ex ambasciatore americano a Mosca Michael McFaul, intervistato dal Corriere della Sera, spiega come i motivi della guerra in Ucraina riguardino anche il governo interno della stessa Federazione Russa:
“La più grande paura di Putin è un’Europa democratica fiorente che includa l’Ucraina, perché scalza la tesi con cui cerca di legittimare il suo regime autocratico davanti al popolo russo. Se sono slavi e si tratta di popoli che non sono diversi, come può sostenere che la Russia abbia bisogno di uno zar e di uno Stato forte per via della sua cultura e avere accanto un Paese che ne condivide la storia ma è una democrazia funzionante?“
Mattinata di scontri e bombe
In territorio ucraino intanto è una mattinata di esplosioni ed accuse: mentre nella città di Donetsk sono state avvertite diverse esplosioni, i separatisti del Donbass accusano le forze di Kiev della morte di due civili nella città di Pionerskaya, in prossimità del confine con la Russia. A causa anche degli scontri e delle accuse fra fazioni anche nella notte appena passata, il ministero della Difesa russo ha confermato la prosecuzione delle esercitazioni in Bielorussia. La speranza è che l’esercitazione non si trasformi in un vero conflitto.