Dopo Spagna e Islanda anche il Belgio avvia la sperimentazione della settimana lavorativa corta di quattro giorni: i lavoratori a tempo pieno potranno scegliere di condensare tutte le ore in meno giorni.
Belgio, arriva la settimana di lavoro corta (con lo stesso stipendio)
Martedì 15 febbraio il governo belga, guidato dal primo ministro Alexander De Croo, ha approvato un pacchetto di riforme del mercato del lavoro che prevede, tra le altre cose, per il lavoratore dipendente la possibilità di concentrare le ore lavorative del tempo pieno (40) in quattro giorni invece che in cinque.
Un’innovazione che rientra nel processo di revisione delle politiche lavorative messa in atto dal governo nazionale. I mesi difficili della pandemia da Coronavirus hanno infatti profondamente influenzato il mondo del lavoro e le modalità lavorative. L’introduzione della settimana corta in Belgio è stata annunciata come una vera e propria rivoluzione. “Progressi concreti per tutti i lavoratori!“, ha scritto su twitter il ministro del Lavoro e dell’Economia Pierre-Yves Dermagne, introducendo le novità dell’intesa raggiunta.
La réforme du marché du travail validé en kern : des avancées concrètes pour tous les travailleurs !
✔️Droit à la formation bétonné
✔️Protection travailleurs plateforme
✔️Conciliation vie prof./privée
✔️Mesures booster d’emploi #reforme #emploi #ambition #begov— Pierre-Yves Dermagne (@PYDermagne) February 15, 2022
L’obiettivo, ha spiegato a Bruxelles il primo ministro liberale fiammingo, è di “dare ai dipendenti più libertà e più flessibilità per conciliare meglio vita privata e vita professionale“.
Come funziona e a chi è rivolta la settimana corta
L’intesa raggiunta nel governo federale sulla riforma del lavoro rivoluziona alcuni dei principi applicati ai dipendenti. La possibilità che viene introdotta è quella di spalmare le ore settimanali di un contratto a tempo pieno su quattro giorni lavorativi. Quindi con un giorno di riposo in più a settimana. Sarà inoltre possibile lavorare per più giorni in una settimana e meno in un’altra. Ogni sei mesi il dipendente potrà quindi decidere se rinnovare la turnazione chiesta.
Con la settimana corta il numero di ore lavorative non diminuirà, ma ci sarà una concentrazione delle stesse in meno giorni. L’orario condensabile è pensato soprattutto per i genitori che lavorano. Flessibilità è la parola chiave. L’intesa prevede che sia il lavoratore a fare richiesta della diversa distribuzione delle ore: il datore di lavoro potrà rifiutarsi ma solo fornendo delle motivazioni.
Inoltre, le aziende con più di venti dipendenti dovranno obbligatoriamente offrire al proprio personale diritto di spegnere i dispositivi e ignorare i messaggi “di lavoro” dopo l’orario, senza timore di alcuna rappresaglia. I lavoratori avranno dunque la possibilità di rendersi irreperibili alle telefonate o alle mail di ufficio fra le 23.00 e le 5.00 del mattino. Infine, in base alle nuove leggi sul lavoro, il turno lavorativo della notte partirà a mezzanotte e non più alle 22.00.
Obiettivi e perplessità
L’obiettivo dichiarato della riforma è rendere più flessibile il mercato del lavoro per aumentare il tasso di occupazione. Attualmente è al 71%, con importanti disparità a livello regionale. Il governo punta a raggiungere l’80% entro il 2030. “Con questo accordo, abbiamo posto un faro per un’economia più innovativa, sostenibile e digitale. L’obiettivo è essere in grado di rafforzare le persone e le imprese” ha affermato il premier De Croo durante la conferenza stampa in cui è stata presentata la riforma.
Altro punto centrale riguarda la protezione dei lavoratori delle piattaforme digitali e l’equilibrio tra vita professionale e privata. In questa direzione va l’introduzione del diritto alla disconnessione.
Perché il nuovo modello sia applicabile le nuove regole dovranno essere recepite nei contratti collettivi di settore. Per il momento, l’iniziativa è oggetto di consultazioni con le parti sociali e non mancano le critiche. L’associazione imprenditoriale belga FEB ha spiegato di temere che “poche aziende saranno disposte a concedere questa nuova flessibilità ai lavoratori, a causa dei molti obblighi aggiuntivi che comporta”. Il sindacato FGTB ha definito invece la settimana corta in Belgio “una pugnalata assassina alla richiesta di una riduzione collettiva del lavoro”.
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