Figli d’arte. Storie di ragazzi cresciuti all’ombra del proprio padre e del suo essere un “artista” per l’appunto. E’ il caso di Timothy Weah, terzogenito di George, pallone d’oro nel 1995 e in italia con la maglia del Milan dal 95’ al 2000. Ruolo di attaccante anche per lui, proprio come il padre. Un’adolescenza trascorsa a formarsi nelle giovanili del Psg debuttando anche in prima squadra nel 2018. Quest’oggi la Gazzetta dello Sport, ha intervistato Weah Jr. Attualmente gioca con il Lille, con cui ha vinto la Ligue 1. “Sono ambizioso di natura e ogni stagione l’affronto con l’idea di fare qualcosa di grande. Per mentalità penso solo a vincere, ad arrivare primo”. Stagione non esaltante in campionato, con i francesi in ritardo di 8 punti rispetto alla zona Champions. In Europa invece, la squadra ha passato il suo girone da prima e affronterà negli ottavi di finale il Chelsea.

Il sogno chiamato Milan

“Da bambino c’era l’idea che andassi a giocare nelle giovanili del Milan. Le cose sono andate diversamente, però al Milan magari ci arriverò lo stesso”. Sogni di ricalcare le orme del padre, con tanta ambizione guardando il futuro: “Il mio obiettivo è diventare uno dei più grandi attaccanti del mondo, come Lukaku o Cavani”. Idee chiare e personalità da vendere per Weah Jr, che oltre all’esperienza nei vari club, vanta già 20 presenze e 2 reti nella nazionale statunitense. “Giocare in Serie A è sempre stato un mio sogno, il Milan fa parte della storia della mia famiglia”.

I rossoneri sono diventati in questa stagione la squadra di un suo ex compagno di squadra Mike Maignan: “Con Mike parlo spesso di Milan. Mi dice che si trova benissimo e che la città è fantastica”. Chiusura dedicata al rapporto col padre, unico africano della storia ad aver vinto il pallone d’oro: “E’ una fonte di ispirazione, un esempio che mi stimola molto”.