BUON 55ESIMO COMPLEANNO ROBERTO BAGGIO

“Da quando Baggio non gioca più non è piu’ domenica”, in questa frase di Cesare Cremonini c’è tutto quello che Roberto Baggio rappresenta per la storia del calcio italiano.

Non è necessario essere per forza tifosi sfegatati di calcio per conoscere il numero 10 piu’ amato di sempre, che oggi compie 55 anni.

Il campione soprannominato “Divin Codino” per l’acconciatura, si è sempre contraddistinto per la sua raffinatezza tecnico-tattica, il carisma, la classe.

Roberto Baggio è stato qualcosa di più di un semplice calciatore. Un’icona capace di unire diverse generazioni con la sua semplicità, al resto hanno pensato i suoi piedi sopraffini e un’intelligenza calcistica di alti e altri livelli.

 

Roberto Baggio, biografia di un campione

Nato a Caldogno il 18 febbraio 1967, è il sesto di otto fratelli.

Ma il suo destino sembra già segnato. È suo padre, Florindo Baggio, in qualche modo a indicarglielo scegliendo per il suo bambino il nome Roberto, in onore del calciatore Boninsegna.

Crescendo non smetterà di provarci e dopo un’esperienza con la squadra locale del suo paese, prima ancora di conseguire il diploma va in ritiro con il L.R. Vicenza a quei tempi in serie C1. Esordisce, poi, in Serie A il 21 settembre 1986 con la Fiorentina.

Tutto il resto è storia.

Carriera: serie A, nazionale e Pallone d’oro

In carriera, Baggio ha segnato ben 205 reti in Serie A, collocandosi al settimo posto nella classifica dei marcatori di tutti i tempi.

Cresciuto calcisticamente nel Vicenza, esplode nella Fiorentina, che lo acquista nel 1985. Vestirà la maglia viola per cinque stagioni, totalizzando 94 presenze e 39 reti, per poi passare ai rivali della Juventus nel 1990.

A Torino vincerà il suo primo Scudetto e la Coppa Italia nella stagione 1994-95, mentre sul palcoscenico internazionale sarà protagonista della conquista della Coppa UEFA 1993.

Passa quindi al Milan nel 1995, squadra con cui vince all’esordio il suo secondo Scudetto in carriera, nella stagione 1995-96.

La sua classe, i suoi dribbling e i suoi gol lo hanno portato nel 1993 a vincere il Pallone d’oro, diventando uno dei cinque italiani a conquistare il più ambito premio calcistico individuale.

L’anno seguente, con la maglia della Nazionale Italiana, trascina i compagni e il tecnico Arrigo Sacchi ai Mondiali di USA 1994, arrendendosi solo ai rigori nella finale persa contro il Brasile.

Campione dentro e fuori il campo

Un uomo straordinario, la cui esistenza è una lezione di vita per i giovani e le future generazioni, lo stesso insegnamento che è passato dalle parole che l’ex calciatore ha condiviso con tutti sul palco dell’Ariston in occasione di Sanremo 2013 :

“Vorrei invitare i giovani a riflettere su queste parole. La prima è passione. Non c’è vita senza passione e questa la potete cercare solo dentro di voi. 

La seconda è gioia.  È proprio dalla gioia che nasce quella sensazione di completezza di chi sta vivendo pienamente la propria vita.

La terza è coraggio. È fondamentale essere coraggiosi e imparare a vivere credendo in voi stessi. 

La quarta è successo. Cosa vuol dire avere successo? Per me vuol dire realizzare nella vita ciò che si è, nel modo migliore. E questo vale sia per il calciatore, il falegname, l’agricoltore o il fornaio.

La quinta è sacrificio. Ho subito da giovane incidenti alle ginocchia che mi hanno creato problemi e dolori per tutta la carriera. Il sacrificio è l’essenza della vita, la porta per capirne il significato”.

Buon compleanno Campione.

La tua è una razza purtroppo oggi in via d’estinzione.