Consiglio Ue, parla Draghi: “Proviamo a far parlare Putin e Zelensky”
“L’obiettivo è quello, far sì che Putin e e Zelensky si siedano attorno allo stesso tavolo”. Il presidente del Consiglio Mario Draghi non tergiversa troppo sulla crisi Ucraina e, nel giorno del Consiglio informale dell’Ue, individua immediatamente quello che è l’obbiettivo di queste ore, accorciare la distanza tra i premier della Russia e dell’Ucraina.
Consiglio Ue: Zelensky chiede l’aiuto di Draghi
“Zelensky in una telefonata che abbiamo avuto ieri ha chiesto la possibilità di riuscire a parlare con il presidente Putin, di vedere se l’Italia avesse potuto aiutarlo su questo fronte”, spiega il premier italiano, “non sarà facile ma l’obiettivo è quello e occorre mantenere il dialogo il più possibile aperto”.
Nel frattempo lo stesso Draghi sta organizzando un suo incontro con Putin, senza nascondere che al momento “occorre mantenere la nostra strategia di deterrenza ferma. Essere fermi, non mostrare debolezze. Occorre dire chiaramente fin dall’inizio che noi non possiamo rinunciare a quelli che sono i principi fondanti dell’alleanza atlantica ma insieme a tutto ciò occorre mantenere il dialogo il più possibile aperto”, ha concluso Draghi.
“Pronti ad ogni eventualità”
Durante lo svolgimento del Consiglio europeo informale sull’Ucraina è affiorata la consapevolezza che “la situazione è quella che era qualche giorno fa e questi episodi che sembravano annunciare una de-escalation non sono al momento presi seriamente, quindi dobbiamo rimanere pronti a ogni eventualità”, ha sottolineato Draghi che continua:
“Che Putin e Zelensky si siedano a un tavolo è una richiesta avanzata oggi. Da questo momento tutti i canali, quelli bilaterali, la Nato, l’Osce, il ‘formato Normandia’ sono tutti canali di dialogo che vanno utilizzati con la massima determinazione”.
“Al momento la strategia deve essere fatta di due elementi: il primo consiste nel riaffermare la nostra unità. Questo è forse il fattore che più ha colpito la Russia”, ha detto Draghi. “Inizialmente ci si poteva aspettare che essendo così diversi avremmo preso posizioni diverse, invece nel corso di tutti questi mesi non abbiamo fatto altro che diventare sempre più unit – ha osservato il premier – e uniti significa tantissimi Paesi, non è solo l’occidente, perché all’interno della Nato ci sono Paesi che non appartengono a quello che noi chiamiamo occidente”.