Non si fermano le proteste in Canada a seguito delle recenti restrizioni anti-Covid e la presa di posizione di Justin Trudeau. Siamo arrivati al ventesimo giorno di proteste e l’esecutivo canadese ha preso le sue decisioni. Sul tema si aggiunge anche la polizia, con le forze dell’ordine che a Ottawa son dovute intervenire per fermare i moti di protesta. Gli agenti hanno infatti lanciato un ultimo appello ai manifestanti che in questi minuti stanno occupando il centro cittadino. L’obiettivo delle forze dell’ordine è quello di sgomberarli senza l’uso della forza, anche se il cuore delle proteste batte ancora forte, non soltanto ad Ottawa.
“Dovete andarvene subito. Chiunque blocchi le vie cittadine o aiuti altri a farlo commette un crimine o puo’ essere arrestato”, è scritto in un volantino distribuito tra i contestatori. Poco dopo la polizia ha avvisato che i manifestanti rischiano di vedere i loro veicoli confiscati, le loro patenti annullate, i loro conti bancari esaminati. Nei giorni scorsi il premier Justin Trudeau aveva invocato l’emergenza pubblica nazionale assumendo poteri straordinari per mettere fine alle proteste. Intanto le autorità hanno annunciato un finale pacifico negoziato con gli ultimi irriducibili che bloccavano i ponti alla frontiera con gli Usa.
Covid in Canada, l’emergenza nazionale e le proteste a Ottawa
La presa di posizione di Trudeau ha avuto un immediato riscontro sull’asset canadese nella gestione della pandemia. Il primo ministro dell’Ontario era stato chiaro sul punto, con la decisione di abolire il Covid-pass nella sua provincia. L’area divenne centrale per la protesta dei camionisti dei “convogli della libertà”. “Abbandoneremo i passaporti” vaccinali dal 1 marzo, ha detto il primo ministro Doug Ford in una conferenza stampa spiegando che la grande maggioranza delle persone è vaccinata e che il picco di Omicron è ormai superato. Insomma, tra prese di posizione e proteste ferventi non crolla il dibattito sulla gestione del Covid in terra canadese.