Il filosofo Massimo Cacciari è intervenuto ai microfoni de L’Italia s’è Desta condotta dal direttore Gianluca Fabi e Matteo Torrioli su Radio Cusano Campus per commentare le bocciature della Consulta dei referendum su eutanasia e cannabis.

“Tutta la nostra tradizione culturale ha affidato la cura del corpo ed il fine vita ad una dimensione etico religiosa più che etico politica – spiega Cacciari parlando del referendum sull’eutanasia – mettiamoci poi la qualità di questo Parlamento. L’idea che determinate persone affrontino temi che farebbero tremare vene e polsi all’intera tradizione culturale, filosofica, teologica ed etica europea fa venire i brividi”.

Referendum eutanasia e il confronto con l’aborto

“La mia è una posizione “pagana”. Credo che si debba giungere ad affidare all’intelligenza ed alla cura di ciascuno la libertà di decidere se, come e quando intende finire la propria esistenza. È un’idea molto banale e semplice. Se una persona non tollera più certe cose non possiamo pensare che l’esistere sia sempre un bene per tutti. Non è così e non lo è mai stato. È un bene che ognuno di noi taccia rispetto all’altro”.

Cacciari ha fatto un parallelismo tra aborto ed eutanasia. “Mi parrebbe molto più delicata una decisione riguardante l’aborto piuttosto che sul fine vita. Lì si che ci va di mezzo una potenziale esistenza, si interviene per qualcosa che riguarda altri. Nell’eutanasia ognuno decide per sé. L’aborto è un atto violento, c’è poco da fare. Non riguarda solo la persona che decide di farlo. Una civiltà che è passata attraverso una decisione di questo genere come fa tirarsi indietro sul fine vita?”

Referendum cannabis, la battaglia persa con la droga

Cacciari si è espresso anche sulla bocciatura del referendum sulla cannabis: “Ma perché dobbiamo clandestinizzare queste cose? È più dannoso. Crea circuiti criminali. Il proibizionismo non ha mai funzionato sulla faccia della Terra. Lo Stato lotta contro la cannabis ma poi ci sono migliaia di persone che crepano ogni anno perché fumano. Ci sono dei dati che dicono che ne muoiono più per fumo che per covid. Lo Stato vende una cosa sulla quale c’è scritto che potresti morire, ci prende le tasse ma fa il moralista sulla cannabis.  Non voglio proibire il fumo perché certi prodotti non possono essere proibiti perché troppa gente li vuole e ne è dipendente. Smettiamola con questo paternalismo sanitario che è insostenibile ed incoerente. La cannabis per tanti persone è un prodotto esattamente come il fumo. Non serve andare all’università per capire queste puttanate”.

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