Legalizzazione cannabis, la Corte Costituzionale ha dichiarato inammissibile il referendum. Lo ha annunciato il presidente della Consulta, Giuliano Amato, in conferenza stampa dopo la Camera di consiglio.
“Abbiamo dichiarato inammissibile il referendum sulle sostanze stupefacenti, non sulla cannabis sulla quale, con le parole, c’è stata una parziale analogia con il quesito dell’eutanasia”,
ha precisato Amato. Il referendum sulla cannabis proponeva di depenalizzare la coltivazione e di eliminare il carcere per qualsiasi condotta illecita relativa alla cannabis, con eccezione dell’associazione finalizzata al traffico illecito. Dopo la bocciatura del referendum sull’eutanasia, la Corte Costituzionale ha dichiarato inammissibili altri due quesiti su cui c’era grande attesa: oltre a quello sulla legalizzazione della cannabis, il quesito sulla responsabilità civile dei magistrati, che si vorrebbe chiamare in causa direttamente per gli errori giudiziari – mentre oggi è lo Stato a risarcire il cittadino che abbia subito un danno ingiusto.
Amato: “Bocciato quesito sulla cannabis perché sfociava in sostanze stupefacenti”
Legalizzazione cannabis. Nel quesito
“si faceva riferimento a sostanze che includono papavero, coca, le cosiddette droghe pesanti. E questo era sufficiente a farci violare obblighi internazionali”.
Insomma, è stato spiegato, un clamoroso errore contenuto nel quesito – che richiamava una tabella relativa non alla cannabis, ma alle droghe pesanti – in assenza del quale il referendum sarebbe stato sicuramente ammesso, ha detto Amato.
Riferendosi ancora ai due quesiti più spinosi, quello sull’eutanasia e quello sulla cannabis, Giuliano Amato ha chiarito:
“Il nostro Parlamento forse sarà troppo occupato dalle questioni economiche ma forse non dedica abbastanza tempo a cercare di trovare la soluzione su questi temi valoriali. È fondamentale che in Parlamento capiscano che se questi temi escono dal loro ordine del giorno possono alimentare dissensi corrosivi per la coesione sociale”.
Precisando, poi, quali sono i compiti della Corte costituzionale, il presidente ha chiarito: “
“Noi non possiamo cambiare, toccare il quesito referendario, il quesito è questo: noi dobbiamo valutare se non lascia scoperti valori e diritti costituzionali irrinunciabili, questo è il punto”.
Legalizzazione cannabis bocciata, le reazioni politiche
“È un colpo durissimo per la democrazia in Italia. Sicuramente la Corte ha fatto quello che il presidente Amato aveva detto che non avrebbe fatto: cercare il pelo. Alcune delle motivazioni che abbiamo ascoltato hanno dell’incredibile”.
Così Riccardo Magi, deputato di +Europa e fra i promotori del referendum sulla cannabis
Il commento su Twitter di Marco Cappato, tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni.
“La Corte costituzionale presieduta da Giuliano Amato ha completato il lavoro di eliminazione dei referendum popolari. Dopo eutanasia anche Cannabis. Hanno così assestato un ulteriore micidiale colpo alle istituzioni e alla democrazia”.
Le dichiarazioni del senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri.
“Un’ottima notizia l’inammissibilità del referendum sulla cannabis. Il partito della droga è stato sconfitto. I fautori della morte e quelli che vorrebbero incoraggiare il traffico di droghe gestito dalla criminalità, perché di questo si tratta, hanno perso. Difendiamo la vita, sosteniamo chi recupera i tossicodipendenti, non chi vuole farli rimanere tali per sempre”.
Le parole di Maria Teresa Bellucci, deputato e capogruppo di Fratelli d’Italia in commissione Affari Sociali e Responsabile Nazionale Dipartimento Dipendenze e Terzo Settore
“Il parere di inammissibilità della Consulta sul referendum per la cannabis legale è una vittoria dell’Italia per la vita libera dalle droghe. Io, così come tutto Fratelli d’Italia, ci siamo spesi ogni giorno per sensibilizzare su questo tema tramite una massiccia campagna informativa. Dietro questo referendum più che ideologie antiproibizioniste c’erano imponenti interessi delle lobby della cannabis.
Sono invece cinque i referendum ammessi dalla Consulta in materia di giustizia: l’abrogazione delle disposizioni in materia di insindacabilità, la limitazione delle misure cautelari, la separazione delle funzioni dei magistrati, l’eliminazione delle liste di presentatori per l’elezione dei togati del Csm, il voto degli avvocati sui magistrati
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