Crollo delle nascite: lo hanno chiamato “il virus del terzo millennio” quello che dal 2008 sta infettando le nostre culle. Un trend da anni in ribasso e accentuato dell’emergenza sanitaria da covid-19.
Nascite in calo in Italia: nuovo record negativo
La denatalità inizia ad essere un problema serio per il nostro Paese tant’è che lo stesso presidente della Repubblica Sergio Mattarella ne ha parlato durante il discorso di insediamento. Un declino cronico e generalizzato su tutto il territorio nazionale con picchi tra il Mezzogiorno e le isole.
Tutti i paesi dell’area euro stanno avendo a che fare con il calo delle nascite. L’Italia però sono già diversi anni che si posiziona in fondo alla classifica. Di questo passo la popolazione potrebbe arrivare a dimezzarsi entro il 2100. Il quadro che emerge dall’ultimo censimento dell’Istat segna infatti un nuovo crollo delle nascite: oltre 400mila culle vuote. Solo il mese di gennaio del 2021 si è registrato un calo di 5mila unità rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, con una perdita del 13,6%.
“Peraltro – spiega Gian Carlo Blangiardo, presidente dell’istituto di statistica – a tassi di natalità che vanno poco oltre il 5 per mille si contrappongono tassi di mortalità ben al di sopra del 10 per mille”.
Il che comporta un saldo naturale negativo ormai nell’ordine delle 300mila unità annue.
I motivi del crollo delle nascite
Il motivo di questa picchiata è da ricondurre, secondo gli esperti, al fatto che i giovani, sempre più a lungo dipendenti dai genitori, arrivano tardi a mettere su famiglia. Molti addirittura ci rinunciano a causa delle difficoltà che incontrano nel proprio percorso lavorativo, sempre più precario.
Oltre al welfare, però, esistono aspetti di carattere antropologico e psicologico che influenzano la denatalità: la riscoperta di valori come l’individualismo e il presentismo portano ad anteporre alla costruzione di una famiglia, l’appagamento della carriera.
È indubbio però che in questi anni l’Italia ha disinvestito quantitativamente e qualitativamente sulle nuove generazioni rendendo fragile e instabile il futuro dell’intera nazione.
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