La spinosa questione delle concessioni balneari arriva in Consiglio dei ministri. Il provvedimento dovrebbe essere messo a punto nel pomeriggio con un emendamento al disegno di legge delega sulla concorrenza, attualmente all’esame del Senato.
Attesa per il Cdm sui balneari
Il Cdm è stato convocato alle 17.00. Prima è previsto un incontro della Ministra per gli Affari regionali, Mariastella Gelmini con rappresentanti di Regioni, Province (Upi) e Comuni (Anci). Lo schema dovrebbe essere lo stesso approvato con la riforma del Consiglio superiore della magistratura: via libera da parte dell’esecutivo a un pacchetto di emendamenti alla delega sulla concorrenza da consegnare poi alla discussione in Parlamento.
In arrivo, dunque, nuove regole per le spiagge. Un po’ a sorpresa, in una settimana che doveva essere concentrata sugli interventi contro il caro bollette, l’esecutivo si concentra sulla riforma delle concessioni balneari. Il tassello mancante della riforma della concorrenza.
Concessioni balneari, cosa cambia
Dalle prime indiscrezioni che trapelano da Palazzo Chigi, non ci saranno più proroghe illimitate ma le spiagge saranno aggiudicate con bando pubblico e relativa gara. Stop dunque al regime di proroga, come stabilito dalla sentenza del Consiglio di Stato del 20 ottobre scorso. Le nuove le concessioni saranno messe a gara a partire dal 2024.
Ci sarà però un vincolo molto ben definito per chi prenderà parte alle gare e le vincerà. Diviene infatti obbligatorio dichiarare gli investimenti programmati, spiegare come si vuole migliorare il bene demaniale e soprattutto con quali tariffe, la cosa più importante per i consumatori.
Previsti inoltre investimenti per migliorare la qualità dei servizi – condizione sine qua non per ottenere la concessione – e interventi ad hoc contro il “caro-ombrelloni”, con prezzi più equi. La norma dovrebbe prevedere anche misure “paracadute”. Un sostegno per i proprietari di piccoli lidi balneari e per chi ha mutui da sostenere per investimenti fatti di recente.
La discussione della politica sulle concessioni
Forza Italia ha fatto sapere che si vogliono “tutelare migliaia di famiglie che lavorano nel settore” e “scongiurare la possibile maxi sanzione Ue contro l’Italia“. In mattinata il sottosegretario alla Difesa Giorgio Mulè, ha affermato che molti imprenditori “che da nord a sud hanno investito decine di migliaia di euro non per costruire cattedrali sulle spiagge ma per preservare e farsi carico della manutenzione ambientale delle nostre coste” non possono essere penalizzati.
“Nessuno vuole cacciare nessuno o non riconoscere investimenti fatti ma, siccome le spiagge sono pubbliche, se tu le occupi per un’attività imprenditoriale che genera fatturato, reddito e profitti, paghi il giusto. Ci sono invece imprenditori, anche famosissimi, che pagano pochissimo“, ha dichiarato il segretario di Più Europa e sottosegretario agli Affari Esteri, Benedetto Della Vedova
Di parere diverso Giorgia Meloni: la leader di FdI ha sottolineato che “la soluzione non è espropriare aziende italiane che hanno investito per dare queste concessioni a multinazionali straniere che hanno un potere che gli imprenditori italiani, anche autorevolissimi, non hanno“.
“Siamo sotto attacco” dicono i balneari
“Riteniamo che ci sia un piano ben organizzato e con un regista preciso. Abbiamo di fronte la magistratura e Palazzo Chigi che sta cercando di fare tutto il possibile per mettere in liquidazione le spiagge italiane, oltre all’attacco da parte dei soliti media organizzato e ben confezionato“. Così Fabrizio Licordari, presidente di Assobalneari, interpellato dall’ANSA in vista del Cdm.
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