Come licenziarsi: tempistica, moduli e regole. Lasciare un posto di lavorare non è una decisione che si prende “a cuor leggero”, soprattutto se in ballo c’è un contratto a tempo indeterminato – negli ultimi anni è quasi una chimera – e se il rapporto con l’azienda dura da tanti anni. Una volta maturata l’idea di volersi licenziare, per i motivi più diversi, ci sono dei vincoli contrattuali e delle regole da rispettare. Prima di affrontare tutte le mosse è necessario fare un chiarimento: quando la risoluzione del rapporto di lavoro parte dalla volontà del dipendente non si parla, in termini tecnici, di «licenziamento» ma di «dimissioni». E ciò vale anche quando le dimissioni sono una scelta obbligata, determinata, cioè, da un comportamenti illeciti dell’azienda, per esempio quando il datore di lavoro non paga gli stipendi al dipendente.

Come licenziarsi, contratto a tempo indeterminato

Il primo punto da affrontare quando ci vuole dimettere è conoscere la normativa che regola  tuo rapporto di lavoro, perché non tutti i licenziamenti sono uguali. Molto cambia dal tipo di contratto che si ha con l’azienda. La legge prevede la possibilità del dipendente di recedere da un contratto di lavoro a tempo indeterminato in qualsiasi momento e senza la necessità di fornire alcuna motivazione. E’ obbligatorio, comunque, dare un preavviso. Il preavviso non è necessario solo se le dimissioni avvengono per giusta causa ossia per una grave inadempienza del datore di lavoro (ad esempio, omesso pagamento dello stipendio, mobbing, mancato rispetto delle regole anti infortunistiche e sulla sicurezza sui luoghi di lavoro, molestie, ecc.). Inoltre, il preavviso non è necessario per dimissioni del padre lavoratore o della madre lavoratrice o perché presentate durante o alla fine del periodo di prova. La durata del preavviso è stabilita dal contratto collettivo nazionale del lavoro di categoria

Come fare la domanda online

Come licenziarsi: le dimissioni online, introdotte dal decreto legislativo 151/2015, sono ’unica modalità possibile per interrompere volontariamente il proprio rapporto di lavoro. Dal 2016 le dimissioni con contratto di lavoro subordinato in aziende private deve essere effettuata attraverso procedura telematica. Si possono rassegnare le dimissioni in tre modi:

  • compilare in autonomia il modulo collegandosi direttamente al sito dell’Inps e accedendo con il proprio PIN dispositivo oppure con la propria identità digitale, SPID;
  • rivolgersi a una delle sedi dell’Inps
  • affidarsi ad enti abilitati come CAF, patronati, organizzazioni sindacali, consulenti del lavoro, sedi territoriali dell’Ispettorato nazionale del lavoro, enti bilaterali in tutto il territorio nazionale. In questo caso tutti hanno la possibilità di inviare le dimissioni, anche chi non ha le credenziali Inps e Spid

A cosa ha diritto il lavoratore che si dimette

Una volta rassegnate le dimissioni, il dipendente ha diritto al pagamento dell’ultimo stipendio – eventualmente di quelli anteriori non ancora corrisposti – e al Tfr, ossia il trattamento di fine rapporto.

Come licenziarsi, contratto a tempo determinato

Il contratto a tempo determinato è, per sua definizione, un rapporto di lavoro subordinato che ha un inizio e una fine: è prevista una durata predeterminata, attraverso l’indicazione di un termine.  Ci si può dimettere prima della scadenza? No, non si può disdire il contratto di lavoro a termine prima della sua scadenza. C’è però un’eccezione, ossia l’interruzione del contrato di lavoro a tempo determinato può avvenire per giusta causa. In questo caso, sia il datore di lavoro che il lavoratore possono far cessare, con effetto immediato e senza neanche bisogno del preavviso, il rapporto lavorativo. La giusta causa è determinata da un comportamento del datore di lavoro talmente grave da costringere il dipendente a dimettersi senza preavviso.

Leggi anche https://www.tag24.it/288688-lavoro-istat-aumentano-gli-occupati-494mila-rispetto-a-novembre-2020/