Assassinio sul Nilo: Gal Gadot è la causa di un nuovo problema per il film, che viene bandito da alcuni paesi arabi. Il film di Kenneth Branagh è arrivato nei cinema italiani ma, a quanto pare, i suoi problemi non sono affatto terminati.
Assassinio sul Nilo, Gal Gadot e le polemiche politiche che la accompagnano
Il film di Kenneth Branagh non potrà essere visto in Kuwait e Libano. Come riporta il Daily Mail, la pellicola è stata bandita dai due paesi a causa della presenza nel cast di Gal Gadot. Alcuni media locali hanno evidenziato come la decisione sia stata presa a seguito di numerose proteste arrivate sui social media. A quanto pare, alcuni cittadini non avrebbero visto di buon occhio l’arrivo di una pellicola con protagonista un’attrice israeliana, ex membro dell’esercito di Israele.
Gal Gadot, infatti, come ogni cittadino israeliano, ha prestato servizio per due anni nelle forze di difesa israeliane, prima di intraprendere la carriera di attrice. Le viene anche rimproverato il comportamento tenuto durante gli scontri tra Israele e Hamas a Gaza nel 2014, quando l’attrice dedicò le sue preghiere ai soldati dell’esercito israeliano, ma nessun pensiero alle vittime palestinesi.
Anche Wonder Woman, che lanciò la carriera dell’attrice come star internazionale, aveva subito la stessa sorte, venendo boicottato dal Libano dopo l’azione di vari gruppi di pressione contrari alle sue posizioni politiche.
Le accuse a Armie Hammer
Che Assassinio sul Nilo non sia un film fortunato, lo conferma anche lo scandalo che colpito Armie Hammer, co-protagonista al fianco del regista Kenneth Branagh e della stessa Gadot.
Come capita sempre più spesso a Hollywood, l’attore di Chiamami col tuo nome è al centro di una vicenda dai contorni sempre più inquietanti, quando sono emerse alcune vecchie conversazioni avute da Hammer sui social e delle dichiarazioni riguardanti fantasie sessuali violente. Ad esse fece poi seguito la denuncia di stupro da parte di una donna.
Come se non bastasse, la pellicola, che avrebbe dovuto arrivare nei cinema l’8 novembre 2019, è stata costretta a una serie interminabile di slittamenti causati dalla pandemia.
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