Alessandro Zavalloni, Segretario Nazionale della Fegica Cisl, è intervenuto ai microfoni de L’Italia s’è Desta condotta dal direttore Gianluca Fabi e Matteo Torrioli su Radio Cusano Campus per parlare dell’aumento del costo dei carburanti.

“Questa situazione colpisce tutti. Ricordiamo che di media i benzinai guadagnano circa 3 centesimi su ogni litro di carburante venduto, a prescindere dal prezzo alla pompa. Quando i prezzi salgono per i benzinai è un problema e lo è, ovviamente, anche per il consumatore che deve fare il pieno.

“Come benzinai veniamo da due anni difficili con il lockdown, la pandemia, le scuole chiuse e lo smart working. Per fortuna questa categoria ha però potuto, insieme ad altre, beneficiare degli interventi del Governo ma il calo delle vendite ha pesato su gestori e benzinai”.

Aumento carburanti perché succede?

“Da subito sarebbe possibile utilizzare i “prezzi amministrati”, direttamente sotto il controllo del Governo anche per un periodo di tempo limitato. Così sarebbe il Governo stesso a fissare il prezzo. Del resto il prezzo dei carburanti viene aumentato non perché costi di più il prodotto ma perché degli indicatori internazionali, come il Brent, prevedono dei rischi nei prossimi mesi. Sono vere e proprie speculazioni. Quindi, in sintesi, il costo al barile è quello ma i prezzi alla pompa aumentano”.

Previsione aumento carburanti

Di solito non si torna indietro. Ecco perché abbiamo chiesto un prezzo amministrato. Se si bloccano i prezzi, una volta finita l’emergenza, ci ritroviamo a partire da un livello che ci consentirebbe almeno di sopravvivere”.

Quanto sono aumentati i costi alla pompa?

“Si parla di aumenti del 14%  negli ultimi 6 mesi. Questo dato si riferisce al prezzo alla pompa ma bisogna ricordarsi che circa il 60% del costo finale è composto da tasse. Il rincaro è sul prodotto vero e proprio che, quindi, è praticamente aumentato del 45%, al netto delle tasse, in sei mesi”.