Il quarto vaccino “non sarà una quarta dose ma un richiamo, speriamo annuale”. Il direttore generale dell’Agenzia italiana del farmaco, Nicola Magrini, chiude così il dibattito che nelle ultime settimane ha animato la comunità scientifica, italiana ed europea.
Il dibattito della comunità scientifica
Prima Marco Cavaleri, responsabile della strategia vaccinale dell’Ema, l’Agenzia europea per il farmaco, poi anche diversi esperti in Italia hanno manifestato perplessità sull’opportunità ed efficacia di procedere con una quarta dose di vaccino anti-Covid tra quelli disponibili. Secondo Cavaleri, “Non possiamo continuare con booster ogni 3-4 mesi“.
Il virologo Fabrizio Pregliasco, docente della Statale di Milano ha parlato martedì di “una vaccinazione annuale come avviene per l’antinfluenzale, per le persone fragili e per chi vorrà proteggersi con vaccini aggiornati“.
Anche secondo l’immunologo e componente del Cts, Sergio Abrignani, “la quarta dose immunologicamente con questo vaccino anti covid non serve in questo momento. Diverso potrebbe essere se ci sarà un vaccino specifico contro la variante, ma allora non sarà una quarta dose. Come il vaccino contro l’influenza che si fa ogni anno e nessuno mai dice ‘ho fatto la decima dose‘”.
Il presidente dell’Aifa Giorgio Palù invece, in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, aveva aperto a possibili nuovi richiami: “Non si può intendere che il booster conferisce una protezione persistente nel tempo. È più corretto parlare di validità prolungata sine die. Siamo in attesa di dati raccolti sul campo circa la durata della protezione vaccinale e la qualità e alla persistenza della risposta immunitaria. È quindi possibile che vengano utilizzati altri richiami magari il prossimo autunno con un vaccino polivalente e aggiornato, se si conferma l’attuale calo della curva epidemica”.
Via alla quarta dose in sei Paesi
Al momento sono sei i Paesi nei quali la quarta dose di vaccinazione anti-Covid è già realtà. All’inizio di gennaio Israele l’ha autorizzata per ultra 60enni e per le persone maggiorenni a rischio. In un mese circa 600mila persone hanno ricevuto la dose aggiuntiva.
Negli Stati Uniti i Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie hanno autorizzato l’inoculazione alle persone immunocompromesse a cinque mesi dalla terza. Stessa cosa in Spagna, Germania e Danimarca. Il caso Ungheria vede invece il Paese del premier Victor Orban il primo – e per ora l’unico – in Europa a partire con la quarta dose per chiunque ne faccia richiesta.
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