Fondazione Gimbe: “sulla pandemia eccesso di ottimismo e disinformazione”. Questa la posizione assunta dalla Fondazione, guidata da Nino Cartabellotta, che in un momento generale di approccio positivo alla pandemia, invita tutti alla cautela ritenendo che “questo clima di ottimismo non contrasta l’esitazione vaccinale e rischia di portare a decisioni sbagliate come quella di togliere le mascherine al chiuso.

Dati Gimbe

Fondazione Gimbe: “sulla pandemia eccesso di ottimismo”

Con l’avvicinarsi della scadenza dello stato di emergenza- afferma il Presidente di Gimbe– la cui estensione non è più giustificabile in parlamento, si stanno insinuando nel dibattito scientifico e politico termini che nulla hanno a che vedere con la situazione attuale: dalla circolazione endemica del virus addirittura all’imminente fine della pandemia”.

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I dati

Il monitoraggio indipendente della Gimbe rileva nella settimana 2-8 febbraio 2022, rispetto alla precedente, una riduzione di nuovi casi (649.345 vs 900.027, pari a -27,9%) a fronte di un numero di decessi che non accenna a diminuire (2.587 vs 2.581, pari a +0,2%). In calo anche i casi attualmente positivi , le persone in isolamento domiciliare  pari a -22,3%, i ricoveri con sintomi pari a -7,7% e le terapie intensive  a -11,2%

Le vaccinazioni sono in calo

Gimbe comunica poi sul fronte dei vaccini che nell’ultima settimana scende il numero di somministrazioni (2.217.463), con una media mobile a 7 giorni di 316.780 somministrazioni al giorno. Diminuiscono del 40,1% le terze dosi e del 33,1% i nuovi vaccinati .  Nonostante l’entrata in vigore dell’obbligo vaccinale e l’imminente introduzione dell’obbligo di green pass rafforzato sui luoghi di lavoro, tra gli over 50 il numero di nuovi vaccinati scende ulteriormente, attestandosi a quota 47.951 . In continuo calo anche le fasce 12-19 e 20-49.

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Le conclusioni della fondazione Gimbe

Questi dati portano a due considerazioni: se da un lato il fatto che oltre 1,7 milioni di persone siano entrate in contatto con il virus alza il livello di immunità della popolazione, dall’altro il numero di persone non protette da Covid-19 è ancora molto elevato e, soprattutto, l’immunità derivante dall’infezione cala progressivamente nel tempo, confermando la necessità di vaccinarsi entro 6 mesi dall’avvenuto contagio.