La legge sul fine vita tornerà oggi alla Camera dei Deputati ma l’iter della norma rischia di essere ancora molto accidentato, tra le opposizioni ideologiche di alcuni partiti, e un intervento di Papa Bergoglio che chiarisce nettamente il punto di vista del Vaticano sul tema.
Il dibattito, insomma, sarà ancora molto acceso e questo conferma la difficoltà di affrontare il tema del fine vita, da anni in cerca di una risoluzione legislativa, nel nostro paese.

Legge sul fine vita: alla Camera oltre 200 emendamenti

La legge sul fine vita approderà alla Camera e il primo obiettivo dei suoi firmatari – Nicola Provenza del Movimento 5 Stelle e Alfredo Bazoli del Partito Democratico – è probabilmente di scongiurare figure vergognose come quella dello scorso dicembre, quando il testo venne presentato dinanzi a un Parlamento deserto.
L’iter sarà, però, tutt’altro che facile.
Gli emendamenti depositati sono oltre 200, con Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia che ritrovano la loro compattezza nell’opposizione al provvedimento, dopo le tensioni sul Quirinale.
Roberto Turri, capogruppo della Lega in commissione Giustizia alla Camera, sottolinea che non si tratta di ostruzionismo. “Anche al termine dei lavori in commissione avevamo detto che pur essendo soddisfatti in parte per le modifiche apportate, le ritenevamo comunque insufficienti. Ora in aula ci riproviamo – conclude Turri – abbiamo presentato degli emendamenti sui punti che non erano stati condivisi in commissione”.
Altri emendamenti sono stati presentati da Riccardo Magi di +Europa, tra i promotori del referendum sull’eutanasia legale che attende il giudizio di ammissibilità della Consulta il prossimo 15 febbraio.
Già Marco Cappato dell’Associazione Luca Coscioni aveva espresso le sue perplessità sulla legge, che, a suo dire “restringe il campo di applicabilità e non fissa un termine temporale per le aziende sanitarie per rispondere alle richieste dei pazienti”.
Anche Magi ritiene che la legge sia imperfetta e i suoi emendamenti, circa una ventina, puntano a sciogliere i nodi problematici che presenta.
“Per tre anni, nonostante il richiamo della Corte costituzionale, non si è fatto nulla – osserva Magi – poi sulla spinta del referendum si è approvato anche un po’ frettolosamente un testo senza sciogliere nodi giuridici in commissione che, temo, sarà ancora più difficile sciogliere in aula”.
Magi indica molteplici punti controversi del testo, tra i quali inserisce l’incertezza sugli step della procedura per richiedere il trattamento, che “può creare un imbuto burocratico”, e la richiesta al medico di effettuare una relazione non solo sulle condizioni cliniche, ma anche su quelle sociali e familiari del richiedente. “Ma il medico non è un’assistente sociale – obietta Magi – non è suo compito stabilire le condizioni sociali e familiari e questo potrebbe creare un blocco”. Infine, la questione dell’obiezione di coscienza, che “rischia di essere un ostacolo decisivo, già vediamo i problemi che ci sono sull’aborto…”

L’intervento di Bergoglio: “Non c’è un diritto alla morte”

Nel pieno del dibattito politico, arriva anche l’intervento del Papa sul tema.
Una posizione netta, quella di Bergoglio, secondo cui “la vita è un diritto, non la morte, la quale va accolta, non somministrata”. “Dobbiamo accompagnare alla morte – continua il Pontefice – ma non provocare la morte o aiutare qualsiasi forma di suicidio”.
Papa Francesco si scaglia anche contro l’accanimento terapeutico, che definisce “immorale”, dopo che sia stato fatto “tutto quanto è umanamente possibile per curare la persona malata”.