Macron sulla crisi ucraina: “Mediazione possibile”. Ma Mosca frena.
Come anticipato nei giorni scorsi, sono ore concitate quelle che sta vivendo il presidente francese Emmanuel Macron, in missione diplomatica tra Russia e Ucraina per cercare di mediare le posizioni ancora distanti tra i protagonisti di questa fase di stallo.
“La Francia è determinata a fare tutto il possibile per proseguire gli sforzi di mediazione”. Con queste parole, pronunciate al termine di un incontro con l’omologo ucraino Volodymyr Zelensky, Macron ha chiarito le motivazioni che lo hanno spinto al viaggio diplomatico nell’Europa dell’est.
Macron e la promessa di Putin
Il presidente francese ha voluto rassicurare tutti rispetto alla volontà di Zelensky e Putin di evitare un’escalation della crisi attuale che conduca ad un punto di rottura senza ritorno. L’impegno, da parte di tutti, è quello di continuare il dialogo per attuare gli accordi di Minsk e risolvere così la crisi.
Il Cremlino frena
Il Cremlino frena rispetto alle aperture di Macron. La questione della garanzie di sicurezza chieste da Mosca all’Occidente non hanno ancora avuto una risposta soddisfacente e quindi il problema “rimane aperto per la Russia e rimane anche cruciale”. Lo ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov. Ora fari puntati su Berlino, dove andrà in scena il vertice decisivo tra Germania-Francia-Polonia.
La parole di Di Maio
“La crisi ucraina è al centro dell’agenda europea e internazionale del Governo. Lavoriamo per evitare il rischio preoccupante di una escalation militare. Essa si aggiungerebbe alle conseguenze già pesanti – in termini umanitari, geopolitici ed economici – di un conflitto aperto ormai da quasi un decennio ai confini dell’Europa, a soli duemila chilometri da Trieste. Un conflitto che dal 2014 a oggi ha già causato 15mila vittime tra militari, combattenti e civili; un milione e mezzo di rifugiati interni all’Ucraina, e 500mila in Russia”.
“La Nato non può certamente rinunciare al principio della ‘Porta aperta’ e agli impegni verso Kiev e Tbilisi assunti nel 2008 al Vertice di Bucarest, che consentono l’entrata dell’Ucraina e della Georgia in un momento futuro. Sappiamo tuttavia che questa è una ‘linea rossa’ per Mosca. D’altro canto è ancora incompleto il percorso di riforme interne che Kiev dovrà attuare per avvicinarsi agli standard Nato”.
“Stiamo interagendo costantemente con i nostri partner per definire un pacchetto di misure sostenibili, graduali e proporzionali”, ha precisato Di Maio. “Stiamo lavorando in ambito europeo a un impianto di possibili sanzioni di varia natura e intensità, che siano improntate a efficacia e fermezza nel segnalare a Mosca gli elevatissimi costi e le conseguenze che una sua offensiva recherebbe” e che “siano direttamente collegate a sviluppi concreti e oggettivi sul terreno”.